Strage di Rivarolo Canavese: chiesto l'ergastolo per Renzo Tarabella
Uccise la moglie, il figlio e i due padroni di casa. Oggi ha parlato in aula: "Ho ammazzato anche loro perché avevano dato dell'handicappato a Wilson"
Il pm Lea Lamonaca della procura di Ivrea ha chiesto la condanna all'ergastolo per Renzo Tarabella, il pensionato oggi di 85 anni che la notte del 10 aprile 2021 uccise a colpi di pistola sua moglie Maria Grazia Valovatto, 79 anni, suo figlio disabile Wilson Tarabella, 51 anni, e, dopo averli attesi per ore, i padroni dell'appartamento in cui abitavano in corso Italia 46 a Rivarolo Canavese, i coniugi Osvaldo Dighera, 74 anni, e Liliana Heidempergher, 70 anni. La seduta, tenutasi nella mattinata di oggi, martedì 19 settembre 2023, è stata rinviata poi alla mattina del 17 ottobre quando verrà verosimilmente pronunciata la sentenza da parte della corte d'assise del tribunale eporediese.
Prima del verdetto, però, verrà ascoltata nuovamente la psichiatra Patrizia De Rosa che, contrariamente a quanto sembrava essere scontato in apertura di udienza preliminare, nello scorso febbraio aveva consentito di stabilire che l'anziano, che si trova con obbligo di dimora in una struttura protetta in val Chiusella dopo essersi salvato dal presunto tentativo di suicidio successivo ai quattro omicidi (si era sparato a sua volta), era capace di intendere al momento dei fatti ed è capace di stare in giudizio ora. Per questa ragione era stato disposto il rinvio a giudizio di Tarabella.
I familiari dei coniugi Dighera, parte civile con l'avvocato Sergio Bersano, hanno appoggiato la richiesta dell'accusa chiedendo cospicui risarcimenti, mentre Tarabella è difeso dall'avvocato Flavia Pivano. L'autore della strage di Rivarolo Canavese è stato ascoltato per una quarantina di minuti prima della requisitoria del pm Lamonaca. Ha sostenuto di avere concordato con la moglie Maria Grazia la sua uccisione e quella del figlio, dopodiché avrebbe dovuto farla finita a propria volta. Ha aggiunto di avere maturato l'intenzione di uccidere i suoi padroni di casa non tanto perché "mi avevano lasciato solo", come aveva detto in sede di indagine, ma perché "avevano dato dell'handicappato a mio figlio".
