Rabbia No Tav: "Questo è un paese che va al contrario"

Il movimento No Tav, attraverso le pagine del sito notav.info (uno dei punti riferimento del variegato insieme di associazioni che da anni portano avanti la protesta contrpo l'alta veòcoità in Valsusa)  continua a chiedere la liberazione delle due attiviste Elena e Marianna, fermate dopo aver partecipato venerdì 9 settembre all’assedio delle reti a Chiomonte. "Nonostante sia stato appurato da tutti la loro condotta pacifica e non-violenta - si legge sul sito -  i giudici continuano a tenerle prigioniere, alla stregua dei peggiori delinquenti. Ma questo è un paese che va al contrario: taglia i fondi alle scuole, chiude ospedali, aumenta le tasse e poi spende 90 mila euro al giorno di forza pubblica (dal 27 giugno!) per fare la guardia a delle reti in quel di Chiomonte".

Elena, madre di tre figli, operaia e volontaria della Croce Rossa e Marianna, studentessa dicannovenne impegnata nei movimenti pacifisti, rimangono in carcere.

"Questo è un paese che val al contrario - dicono sempre da notav.info - perchè se uno scienziato-giornalista come Mercalli "osa" denunciare dalla trasmissione di Rai 3 "Che tempo che fa" il problema valle di Susa, chiedendo una vera analisi di costi/benefici sul Tav e non il carcere per chi si oppone a un’opera scellerata (il tutto in un minuto e mezzo), succede il finimondo"

Il movimento ne ha anche per i mezzi di informazione: "Giornalisti del telegiornale regionale e della carta stampata da anni raccontano notizie false, distorcendo sistematicamente la realtà  della valle di Susa,  facendo spudoratamente i portavoce dei sì tav e censurando sistematicamente la voce dei valligiani e dei loro sindaci, ma anche questa è la normalità  del paese al contrario". Il movimento No Tav nelle prossime settimane porterà avanti nuove proteste.