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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Borgo Vittoria / Via Michele Coppino

Torino, lo spaccio lo gestiva tramite chat "a tempo": pusher scoperto dal cane "anti droga"

Dosi nascoste nell'abitazione della convivente

Nel settembre scorso, gli agenti del commissariato San Secondo avevano arrestato il marito della titolare del "Bar Alexander" di corso San Maurizio a Torino per problemi legati alla droga, in particolare alla detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. La cocaina era stata nascosta all’interno del cocktail bar e anche nella sua abitazione. Droga già divisa in dosi e nascosta anche nel fornetto elettrico sotto il lavello. 

In quello stesso bar lavoravano due fratelli. E uno di loro, un 32enne italiano, è stato arrestato lunedì 25 gennaio 2021 per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio dopo alcune indagini svolte sempre dagli investigatori dal commissariato San Secondo.  

Nell'abitazione della convivente sono stati trovati oltre 23 grammi di cocaina pura in pietra, 73 grammi di hashish e della marijuana, oltre ad un bilancino di precisione e 290 euro in contanti. Il cane anti droga Evan ha anche fiutato e trovato, all’interno della camera da letto, una busta da lettere contenente 20 banconote da 50 euro, ovvero mille euro. 

Nonostante abbia negato di avere in uso altre abitazioni, gli agenti trovano un atto notarile relativo ad un piccolo alloggio in via Coppino a Torino, intestato a suo fratello.

E dopo aver trovato delle chiavi, gli agenti provano a verificare se le stesse possano aprire quell'alloggio. E anche se sulla carta è intestato al fratello, quell'alloggio è a tutti gli effetti di proprietà del 32enne. 

Anche in questo caso, sotto il lavello della cucina, gli agenti trovano altri 51 grammi di cocaina pura in pietra, una lametta con tracce di stupefacente e diversi ritagli in cellophane utilizzati per confezionare le dosi.  

Il 32enne, come in un caso analogo raccontato ieri e avvenuto a Grugliasco, per spacciare aveva utilizzato una applicazione di messaggistica segreta che permetteva di inviare e ricevere messaggi che si sarebbero poi autodistrutti dopo un determinato numero di minuti. Ma qualcuno, per un problema informatico, non si sono cancellati. E gli agenti sono riusciti a scoprire il meccanismo.

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