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Domenica, 28 Aprile 2024

Il Torino Pride snobba la Regione: "Non abbiamo chiesto il patrocinio per le politiche che fa"

Il Pride si terrà il 17 giugno con partenza da corso Vercelli 15 alle 16.30

"Abbiamo scelto di non chiedere il patrocinio alla Regione Piemonte perché non ci sentiamo rappresentati dalle politiche che fa". A Torino il coordinamento Pride quest'anno ha deciso di protestare contro l'amministrazione Cirio snobbandola. Lo fa contro le politiche portate avanti soprattutto dall'assessore Maurizio Marrone. 

"Noi abbiamo scelto di non chiedere il patrocinio perché non ci sentiamo rappresentati dalle politiche che questa Regione sta portando avanti", spiega Marco Giusta, ex assessore comunale e attuale coordinatore del Pride, "Dall'attacco continuo alla legge 194, i pro vita nei consultori finanziati con 1 milione di euro, il razzismo istituzionale e le attività che vengono fatte nei confronti delle minoranze oppresse. Abbiamo scelto quest'anno anche a seguito dei silenzi degli anni passati che forse è meglio così e stiamo meglio senza". 

Il Pride, che si terrà il 17 giugno con partenza da corso Vercelli 15 alle 16.30, quest'anno ha un titolo emblematico: "Il titolo del Pride di quest'anno è 'Tacchi rotti eppur bisogna andare'. La canzone diceva 'fischia il vento e infuria la bufera, scarpe rotte eppur bisogna andar'. A noi hanno rotto i tacchi, siamo stufi di dover chiedere quotidianamente la piena uguaglianza che è sancita già in Costituzione", conclude Giusta, "Continueremo a lottare, anche se in maniera stanca; siamo consapevoli che meriteremo di essere felici come tutti. Noi guardiamo al futuro con resistenza. Non faremo un passo indietro". 

La risposta di Marrone

Non si è fatta attendere la risposta dell'assessore regionale Maurizio Marrone: "I proclami del pride contro la Regione Piemonte richiamano il lessico delirante dei centri sociali. Al PD che insegue la deriva ideologica gender su utero in affitto e adozioni gay faccio notare che stanno perdendo il centro moderato e la base cattolica, che ora in Piemonte cominciano a guardare a noi conservatori proprio per le nostre politiche a sostegno della vita nascente tanto criticate dal Pride: così si condannano all’opposizione permanente". 

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