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Torino Pride, "Tacchi rotti, eppur bisogna andar": il corteo parte dal quartiere Aurora (e non passa da via Po)

Il percorso del corteo del 17 giugno. Ritrovo in corso Vercelli, tra la Circoscrizione 7 e i Giardini Madre Teresa di Calcutta

“L’arcobaleno che inonderà Torino sarà ancora più ricco di colori e sfumature”. Lo annuncia il coordinatore Marco Alessandro Giusta spiegando la scelta, innovativa, degli organizzatori di fare partire il corteo dalla periferia. Il punto di partenza della manifestazione di sabato 17 giugno sarà nel quartiere Aurora, davanti alla Circoscrizione 7, in corrispondenza dei Giardini Madre Teresa di Calcutta. La partenza sarà alle 16.30.   

Aggiunge Giusta: "Il quartiere Aurora, dinamico e multiculturale, rappresenta una parte fondamentale della nostra città, ricca di storia e di comunità vibranti: spostando il punto di partenza del Pride vogliamo dimostrare il nostro impegno nel coinvolgere tutte le realtà della città, comprese quelle periferiche, e nel riconoscere l'importanza di ogni quartiere nel tessuto sociale di Torino. L'obiettivo fondamentale è rendere il Pride un evento di tutta la città, avvicinandolo ai quartieri più periferici, riconoscendo l'orgoglio, la complessità e la bellezza di queste zone: l’arcobaleno che inonderà Torino sarà ancora più ricco di colori e sfumature".

Il percorso

Il corteo partirà da corso Vercelli per poi proseguire su corso Emilia, corso Brescia, via Bologna, corso XI Febbraio, Rondò Rivella, corso San Maurizio per concludersi al Parco del Valentino per i discorsi finali. La festa sarà ospitata anche quest’anno dal Centralino in via delle Rosine e vedrà la partecipazione di tante serate torinesi che si sono messe a disposizione gratuitamente per l’organizzazione. 

La scelta della partenza dal quartiere Aurora

"La decisione di collocare il punto di concentramento del Pride in periferia è frutto di un lungo percorso di coinvolgimento della rete di realtà e associazioni presenti nei territori di Aurora, Vanchiglia e Barriera di Milano, iniziato nel 2019 ma interrotto a causa della pandemia, a cui si aggiunge la chiusura di via Po causa lavori. Il Coordinamento Torino Pride si è dedicato con passione e determinazione al coinvolgimento di questa rete, riuscendo a fare un passo significativo nella promozione dei diritti e dell’inclusione creando un Pride ancora più intersezionale, che riflette le diverse voci, storie e lotte delle persone che vivono la periferia, alle quali si aggiungono quelle per il diritto alla casa, per il contrasto alla repressione del dissenso, le rivendicazioni in campo ambientalista e delle persone con disabilità e neurodivergenze raccolte dalla partecipazione agli Stati Genderali ospitati a Torino all’Open 011 nel gennaio scorso", spiegano gli organizzatori.

"Ci siamo rottз i tacchi di tutto questo": il manifesto del pride 2023

“Anche questa volta torniamo in strada a inondare la città coi nostri corpi e le nostre identità queer, lesbiche, bisessuali, trans e transgender, gay, aromantiche, asessuali, intersex, non binary e tutte le altre. Le nostre esistenze e quelle dell’intera galassia LGBTQIA+ sono più che mai sotto attacco, i nostri diritti vengono negati e calpestati, le nostre esistenze vengono messe in discussione e i nostri sogni vengono decapitati prima di nascere. Portiamo i segni visibili di questa violenza sui nostri corpi e sulle nostre vite, una violenza che non è soltanto fisica o verbale ma anche istituzionale. Li portiamo su ogni figliə con unə genitorə non riconosciutə, su ogni persona trans* che subisce transfobia istituzionale, su ogni vittima dell’omo-lesbo-bi-trans-a-fobia e su ogni richiedente asilo che vede la sua richiesta rifiutata. Li vediamo, simili eppur differenti, nel razzismo sitemico che garantisce i privilegi a chi ha la pelle bianca, nella violenza maschile e di genere che discende dal maschilismo e dal patriarcato, nell’abilismo diffuso che non prevede le disabilità e le neurodivergenze. Ci siamo rottз i tacchi di tutto questo, li abbiamo consumati lotta dopo lotta eppur non ci fermiamo qui. Non ci rassegniamo a un inverno di diritti dal sapore fascista che vuole eliminare ogni esistenza scomoda e non conforme e che tenta in ogni modo di zittire e opprimere ogni forma di resistenza. Saremo più arriabbiatз che mai e con i nostri lividi ben in vista, ancora in piedi e coi tacchi rotti in mano. ‘We were never meant to survive. But, we are still here’”.
 

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