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Salute

Torino, alle Molinette il nuovo trapianto di microbiota fecale

Sarà uno dei pochi centri in Italia a offrire l'innovativa terapia

La Città della Salute di Torino ha ottenuto l’autorizzazione e l’accreditamento per il trapianto di microbiota fecale, grazie al lavoro di un’équipe multidisciplinare composta da gastroenterologi, microbiologi, infettivologi e biochimici. L'ospedale delle Molinette sarà quindi uno dei pochi in Italia a poter offrire questa innovativa terapia ai pazienti con infezione da Clostridium difficile.

In cosa consiste il trapianto

Il trapianto di microbiota fecale (FMT), che si effettua attraverso clistere, colonscopia o altri metodi, è una procedura che consiste nel trasferire le feci - che contengono la flora microbica - di un donatore sano nell’intestino di una persona malata. Lo scopo è di modificare il microbiota intestinale e migliorare la salute del ricevente. 

Il FMT è attualmente autorizzato in Italia solo per il trattamento di pazienti adulti affetti da infezione da Clostridium difficile recidivante o resistente agli antibiotici. Questa infezione può causare una colite grave, con rischio di complicanze e mortalità, soprattutto in pazienti anziani, immunodepressi o sottoposti a lunghe terapie antibiotiche.

Altissime percentuali di successo

Il trapianto di microbiota fecale è una metodica presente in alcuni Paesi occidentali e ha percentuali di successo superiori al 90% a fronte di rari e modesti effetti collaterali. Essendo considerato a tutti gli effetti un vero e proprio trapianto di tessuto, tale metodica è soggetta alla rigida disciplina che regola tutti i trapianti d’organo. Il donatore è scelto con criteri di inclusione molto rigidi, è studiato preliminarmente con un accurato colloquio per escludere comportamenti a rischio, esegue minuziosi esami delle feci e del sangue e, se ritenute idonee le sue feci, sono trattate in ambiente attrezzato per essere trasferite tramite colonscopia nel colon del paziente malato.

I risultati sono estremamente gratificanti: più del 90% dei pazienti con colite recidivante da Clostridium Difficile guarisce dopo una o più sessioni (in genere non più di 3) di trasferimento di microbiota fecale tramite colonscopia, a fronte di scarsi o nulli effetti collaterali se non quelli indotti dall’esecuzione della colonscopia.

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