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Medici di base, 270.000 piemontesi rischiano di perderlo: previsto un pensionamento di massa

Al 31 dicembre 2021 più del 50% dei medici di medicina generale aveva oltre 60 anni di età

Tra due anni 270.000 piemontesi rischierebbero di rimanere senza il medico di base. A denunciare la situazione è Domenico Rossi, consigliere regionale del Partito Democratico e vicepresidente della Commissione Sanità in consiglio regionale. 

"Nel 2025 in Piemonte circa 270mila cittadini rischiano di rimanere senza medico di base e solo il 50% degli assistiti troverebbero spazio presso un medico subentrato", scrive in una nota l'esponente del PD, "ma la Regione non sta mettendo in atto alcun piano preventivo". L'allarme sarebbe scritto nero su bianco in un recente report della Fondazione Gimbe. 

"Le cause dell’emergenza sono note da tempo a tutti. Da un lato la 'gobba previdenziale'; dall'altro l'accesso alla professione con un numero troppo basso di borse di studio ministeriali destinate al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale insufficiente che non garantisce di colmare il ricambio generazionale". Il primo aspetto è quello più preoccupante. 

Al 31 dicembre 2021 più del 50% dei medici di medicina generale aveva oltre 60 anni di età ed è quindi atteso un pensionamento massivo nei prossimi anni. "Considerato che sono stati molteplici i casi e le segnalazioni che hanno reso palese la carenza di medici di base in tutto il Piemonte, nel corso della legislatura la Giunta avrebbe dovuto mettere in campo un piano di intervento e invece nulla", ha commentato il consigliere Dem che poi coglie l'occasione per attaccare la giunta Cirio.  

"Come al solito la giunta si trincera dietro a una risposta burocratica e tecnica. Innalzamento del massimale degli assistiti da 1.500 a 1.800, deroghe alla pensione e poco altro. Quale sarebbe il piano? Aumentare all’infinito la capienza di assistiti per ciascun medico pur sapendo che già il 42,3% dei medici di famiglia piemontesi ha più di 1.500 assistiti? Trattenere in servizio i medici anziani con tutti i problemi legati alla qualità e la continuità del servizio che ne potrebbero derivare?", è la critica di Rossi, "Non possiamo permetterci di non gestire il problema, di mettere in campo palliativi: perché la Regione non aumenta il numero di borse di studio come abbiamo più volte richiesto? Perché non si mettono in campo incentivi per attirare professionisti sul territorio?. 

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