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Firme false per Cota, Pd: "Non ha vinto le elezioni". Lega: "Avvoltoi"

Il Partito Democratico: "Una vera e propria truffa a spese degli elettori". La Lega Nord: "Non vi è una falsità delle firme ma una irregolarità nella loro autenticazione"

La sentenza di condanna per Michele Giovine relativamente alle firme false della Lista Pensionati per Cota alle elezioni regionali del 2010 sta provocando un terremoto nella politica piemontese

Il giudice unico Alessandro Santangelo ha dichiarato la falsità - come si legge nel dispositivo - "delle 17 'autenticazioni della firma' poste in calce alle 'dichiarazioni di accettazione'" delle candidature della lista Pensionati per Cota. Sono stati anche disposti risarcimenti alle parti civili: 20 mila euro a Mercedes Bresso, 12 mila a Luigina Staunovo Polacco (l'animatrice del movimento politico Pensionati e Invalidi che, con le sue denunce, aveva dato vita al procedimento giudiziario), 12 mila euro ai rappresentanti della lista Insieme per Bresso, 10 mila ai Verdi e 10 mila ai Radicali.

Il Partito Democratico attacca: "La sentenza di condanna di Michele Giovine conferma quanto il PD ha sempre denunciato, ovvero che le elezioni regionali sono state viziate da gravi irregolarità, da una vera e propria truffa a spese degli elettori. Un dato è oramai certo: Cota non ha vinto le elezioni del marzo 2010. Quel pugno di voti che ha fatto prevalere la coalizione di centro-destra non esiste più, perché la lista Pensionati per Giovine non poteva presentarsi".

La Lega Nord si schiera compatta dalla parte del governatore. Il presidente del Gruppo regionale della Lega Nord Mario Carossa e il Vice presidente leghista Michele Marinello, sono intervenuti sgomberando il campo dall'equivoco che possa generare dei terremoti a livello di politica regionale. "Constatiamo -dichiarano Carossa e Marinello - come gli avvoltoi di una certa parte della sinistra, capeggiati dall'avvoltoio Bresso, celebrino con tanta sfrontatezza una loro vittoria che non c'é. Oggi il tribunale, pur condannando Giovine, ha stabilito che non vi è una falsità delle firme ma una irregolarità nella loro autenticazione". Pertanto "i voti che i piemontesi hanno espresso scegliendo Roberto Cota come presidente, come dicevamo da tempo, non sono in discussione, come non è in discussione la volontà cristallina di cambiamento che ha per fortuna relegato ai margini della politica la Bresso".
 

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