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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Pillola abortiva, la Regione: “Non espresse valutazioni etiche, in corso accertamenti di natura giuridica”

I Radicali: “Si prova a riportare indietro il nostro Paese, ma non lo consentiremo". La sindaca di Torino: “Sull'aborto, il diritto di scelta non si tocca”

“In merito alle polemiche sull’utilizzo della pillola abortiva Ru486 in Day hospital, la Sanità del Piemonte non ha preso, al momento, alcuna decisione. L’assessore regionale agli Affari legali (Maurizio Marrone, ndr) sta verificando con l’Avvocatura regionale eventuali profili di illegittimità del provvedimento del Ministero della Salute rispetto alle disposizioni della Legge 194, in quanto sarebbero emerse delle criticità. L’argomento non è ancora approdato al tavolo della Giunta regionale, né è stato oggetto di valutazioni etiche da parte dell’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, che attende di conoscere il quadro completo degli approfondimenti legali in corso”. Con un brevissimo comunicato diffuso poco prima delle 16 di oggi, mercoledì 16 settembre, la Regione Piemonte spiega lo stato della situazione che riguarda due diversi assessorati. La vicenda era già emersa a inizio agosto, a seguito della diffusione delle nuove linee guida ministeriali.

Le polemiche sulla vicenda si susseguono dalla mattinata. Nelle scorse ore sull’argomento è intervenuta anche la sindaca di Torino, Chiara Appendino: “Non è la prima volta che qualche esponente politico decide di fare la sua becera propaganda sul corpo delle donne, entrando a gamba tesa sui temi dell'interruzione volontaria di gravidanza e delle sue modalità. In questo caso la manifestazione di ignoranza è arrivata dal gruppo di Fratelli d'Italia, tramite l'assessore della Regione Piemonte, Maurizio Marrone. Vorrei addirittura evitare di dargli visibilità, se non fosse che simili posizioni, in passato, hanno letteralmente distrutto l'esistenza di migliaia di famiglie e di donne. Quindi lo dico in maniera molto chiara: sull'aborto, il diritto di scelta non si tocca. Fermo restando che quanto dichiarato sino ad ora dall'Assessore dimostra una totale ignoranza tecnica sul tema, ci batteremo in ogni sede affinché la tutela delle donne e il loro diritto all'autodeterminazione vengano rispettati”.

Nel dibattito entrano anche i Radicali Italiani: "La notizia che la Regione Piemonte si starebbe preparando a emanare linee guida in tema di aborto farmacologico in contrasto con le direttive ministeriali e, soprattutto, in contrasto con quanto conquistato dai Radicali e da Silvio Viale in decenni di lotte, è il segno dei tempi. Tempi nei quali l'ipocrisia e l'opportunismo più becero dominano la politica. Ipocrisia perché il Piemonte è la prima regione per aborti farmacologici d'Italia, aborti che vengono nella stragrande maggioranza dei casi fatti da anni in day hospital senza che l'Assessore Maurizio Marrone di FdI avesse avuto nulla da dire. Oggi, con la ricerca dei cavilli richiesta all'avvocatura regionale, si prova a riportare indietro il nostro Paese, ma non lo consentiremo". Queste le parole di Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, rispettivamente segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani che aggiungono: "Oscurantismi e perbenismi sulla pelle delle donne, che devono avere libertà di scelta su se abortire e su come abortire, non torneranno. Avete perso da decenni e continuerete a perdere perché la libertà di scelta viene prima delle vostre esigenze di tornaconto elettorale e perché è la legge 194 ad aprire la strada all'aborto farmacologico. Chiediamo al Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, di dissociarsi da questa azione e di garantire il rispetto dei diritti delle donne".
 

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