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Rifiuti, il Piemonte punta sull'ambiente e sull'economia circolare: approvato il nuovo disegno di legge

I nuovi obiettivi prefissi dalla Regione

Il Consiglio regionale ha approvato un disegno di legge che punta sull'ambiente e che modifica la legge regionale sulla gestione dei rifiuti. Il documento si propone in particolare, entro il 2025, di portare la produzione di rifiuto urbano indifferenziato non oltre i 126 kg all'anno ad abitante. Eccezione fatta per la città di Torino, che ha recentemente superato il 50% di raccolta di rifiuti differenziati, il cui obiettivo pari a un rifiuto indifferenziato non superiore a 159 chilogrammi ad abitante è fissato entro il 2024. 

“Approvare questo provvedimento è stato importante per la tutela ambientale della regione e per rispondere ai correttivi proposti dai sindaci - ha dichiarato il presidente della Giunta - . Qui c’è il tema della gestione dei rifiuti, con meno costi per i Comuni e in definitiva per i cittadini e trova attuazione il principio dell’economia circolare”. 

La nuova norma, che cambia quella esistente, è stata fortemente voluta dall’assessore all’Ambiente Matteo Marnati: “Raccolte le criticità emerse sul territorio, come quelle che bloccavano il processo di accorpamento dei consorzi, l’abbiamo aggiornata. Ci saranno 21 consorzi autonomi di area vasta e avremo una governance forte; la partita dei rifiuti non è solo una questione ambientale ma anche economica, ci saranno nuovi investimenti, nuove assunzioni. Dovremo creare impianti a chilometri zero perché abbiamo bisogno di non dipendere da altri, siano essi in Piemonte o al di fuori”.

Gli obiettivi

Tre gli obiettivi che la Regione vuole raggiungere: rafforzare la governance, spingere sulla raccolta differenziata, creare impiantistica che permetta al Piemonte di diventare autonomo nello smaltimento. Prevista anche la creazione di un unico ambito territoriale omogeneo e di sub-ambiti di area vasta, ovvero gli attuali consorzi.

“La Regione - ha aggiunto l'assessore - fa proprio il concetto di economia circolare incentivando lo scambio o la cessazione gratuita di beni per il loro riutilizzo. Abbiamo presentato numerosi progetti a valere sul Recovery Fund per il miglioramento dell’impiantistica, per riciclare la plastica e ideare nuove soluzioni per produrre materiali riciclabili. E lo faremo con i nostri atenei puntando sulla ricerca e sull’innovazione”. E non va dimenticato che “una gestione pubblica dei rifiuti permette di tenere lontane tutte quelle organizzazioni criminali che potrebbero essere attratte da un vuoto normativo”.

La gestione 

Per l’organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani è individuato un unico ambito territoriale ottimale regionale, articolato in sub ambiti di area vasta, la cui governance è esercitata da consorzi di comuni, denominati consorzi di area vasta e viene eliminata l’obbligatorietà di accorpamento dei consorzi esistenti, nel medesimo territorio provinciale. A livello regionale si conferma l’esercizio della governance da parte della Conferenza d’ambito (composta dai consorzi di area vasta, dalla Città di Torino, dalle province e dalla Città metropolitana).

In un’ottica di snellimento degli interventi di variazione della delimitazione dei subambiti di area vasta che si rendessero necessari per ottimizzare la governance del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, è stabilito che questi vengano disposti, anche su proposta motivata degli enti locali interessati, dalla Giunta regionale, previo parere della competente Commissione consiliare, con proprio provvedimento.

Le sanzioni 

Si prevede poi una modifica al sistema di applicazione delle sanzioni per il mancato raggiungimento dell’obiettivo di riduzione dei rifiuti indifferenziati. In particolare, è definita una “franchigia” per i consorzi con elevata presenza di comuni turistici, nei quali la popolazione effettivamente presente risulta essere superiore a quella residente. La franchigia individuata corrisponde ad un aumento della produzione di rifiuti compatibile con l’incremento di almeno il 5% della popolazione residente.

Per valutare l'efficienza, viene inoltre introdotto un periodo di osservazione transitoria, con la possibilità da parte della Giunta regionale, alla fine di questo periodo, di individuare i consorzi  che non raggiungono gli obiettivi stabiliti e di mettere in campo azioni di riorganizzazione o efficientemento. Fino all'intervento diretto della Regione, in caso di inerzia, con la nomina di un commissario ad acta.

È infine precisato che, in merito a criteri e modalità di utilizzo delle risorse a disposizione per finanziare la legge, la Giunta incentiva, fra gli interventi, i consorzi di area vasta che si sono accorpati consensualmente e sostiene quelli per cui ha disposto l’accorpamento a seguito del mancato raggiungimento degli obiettivi previsti.

Il dibattito 

“Oggi il Piemonte - ha commentato il capogruppo della Lega, Alberto Preioni - si è dotato di una legge che fa chiarezza e offre una prospettiva di miglior utilizzo del sistema dei rifiuti, anche il rifiuto può diventare un’opportunità”. 

Soddisfazione è stata espressa anche dal capogruppo di Forza Italia, Paolo Ruzzola: “A 19 mesi dal nostro insediamento, dopo due alluvioni e una pandemia in corso siamo riusciti ad approvare un provvedimento che risponde alle esigenze espresse in modo trasversale dagli amministratori locali, che ci chiedevano di mantenere in piedi buone pratiche” e Paolo Bongioanni (Fdi) ha aggiunto che “grazie a questa nuova legge avremo consorzi di area vasta con una loro autonomia e una governance forte, un risultato importante anche da un punto di vista economico, in quanto l’ottimizzazione dello smaltimento può essere foriera di ricchezza”.

Perplessità sono state invece espresse dalle opposizioni.  “Pur non condividendo l’impianto generale del provvedimento - ha commentato il consigliere Daniele Valle (Pd) - , il nostro gruppo ha deciso di collaborare nel merito perché il sistema ha bisogno di stabilità e certezze. Rimaniamo comunque perplessi su alcune criticità quali gli insufficienti incentivi agli accorpamenti dei consorzi e un sistema di definizione dei piani tariffari troppo laborioso”.

Contrarietà alla legge è stata espressa anche da Marco Grimaldi (Luv), che ha lamentato “la bocciatura dei nostri emendamenti che volevano dare una spinta maggiore verso l’economia circolare, riducendo ad esempio l’impatto dei rifiuti indifferenziati”.

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