Sestetto d'archi nell'Aula Magna del Politecnico
Carlotta Conrado, Paolo Vuono (violini), Marco Nirta, Martina Anselmo (viole), Eduardo Dell’Oglio e Amedeo Fenoglio (violoncelli) sono i giovani strumentisti, tutti borsisti o ex borsisti della De Sono, che lunedì 18 aprile 2016 saranno protagonisti di un programma che esplora due delle creazioni più significative del repertorio destinato al sestetto d’archi.
Erwin Schulhoff è il compositore del Sestetto che apre il concerto, che eccezionalmente si svolge presso l’Aula Magna del Politecnico di Torino. Nato a Praga nel 1894, formatosi in Germania in gioventù, rientrato in patria, e poi deportato e ucciso a Würzburg per le sue origini ebraiche nel 1942, Schulhoff fu uno dei compositori più significativi tra quelli che persero la vita a causa del regime nazista.
Il Sestetto fu composto nel 1924 e presentato in prima assoluta al Festival di Danauschingen, interpretato tra gli altri da un giovane Paul Hindemith nel ruolo di seconda viola; in esso già si presentano tutti quegli elementi che il regime avrebbe etichettato come “musica degenerata”, come l’instabilità armonica e quell’inquietudine espressiva di sottofondo che mai abbandona l’opera.
Un salto indietro di 35 anni ci porta nel 1890 quando ?ajkovskij, reduce da un soggiorno in Italia sulle rive dell’Arno compose il Sestetto op. 70 intitolato Souvenir de Florence. A dispetto del nome e di alcune idee melodiche, che sembrano collegare questo lavoro a una sorta di sensibilità mediterranea.
L'impianto e le logiche costruttive che ne stanno alla base rimangono fortemente legate a quella cultura russa a cui l’autore non sapeva rinunciare, come testimoniano le frequenti allusioni ad alcune pagine dello Schiaccianoci e della Dama di picche. Il concerto è come di consueto a ingresso libero e gratuito fino ad esuarimento posti.