2984: circo, teatro, danza e stone balancing allo Spazio Flic
La “Stagione Spazio Flic 2022/23” è la stagione di spettacoli con la quale la Flic Scuola di Circo, prima scuola professionale di circo contemporaneo italiana nata all’interno della storica Reale Società Ginnastica di Torino, festeggia i suoi 20 anni di attività.Terminato il primo tempo con la creazione e messa in scena di Circo InCanto, opera circense con coro e orchestra, il secondo tempo della stagione inizia con la presentazione in anteprima di 2984, nuovo spettacolo di Alessandro Maida / Compagnia Magdaclan Circo creato nel contesto di “Solo But not Alone”, progetto assegnatario dell’avviso pubblico Boarding Pass Plus 2021/22 del Ministero della Cultura.
Lo spettacolo è consigliato per un pubblico di tutte le età, con biglietto di ingresso di 15 € intero e 10 € ridotto per soci della Reale Società Ginnastica, over 65, studenti a partire dai 6 anni e allievi di scuole di circo, teatro e danza. L’ingresso è gratuito per bambini sino ai 5 anni. È possibile acquistare i biglietti online in www.mailticket.it/manifestazione/7635/2984 o presso la biglietteria in loco a partire da un’ora prima dell’evento.
Sinossi
Venti caldi sferzano ed erodono un pianeta ridotto a un deserto roccioso, solo il cadere delle pietre e il frantumarsi delle rocce risuonano nel silenzio. Un essere, forse l’ultimo della razza umana, sopravvive grazie ad una particolare simbiosi con pietre, sabbia e sassi. Nomade anima in pena dai tratti animaleschi, ma profondamente umana, erra alla ricerca di tesori coi quali condividere il presente, di fossili da riclassificare, testimonianze di un passato che non conosce. 2984 è il punto di convergenza di linguaggi e poetiche, quali la manipolazione, la danza, la narrativa, l’equilibrismo e il teatro, dosati con cura per tracciare un percorso che, con dolce ironia, ci porti ad una serena accettazione della fine del mondo.
Le pietre
La pietra, materia preponderante nello spettacolo, simbolo del legame con la terra e di introspezione, è metafora vivente del fluire infinito del tempo. All’interno della scrittura drammaturgica, le pietre scandiscono e provocano il susseguirsi degli eventi e sono custodi di antichi fossili misteriosi che rivelano al protagonista segnali del passato. I sassi, la ghiaia i ciottoli presenti in scena provengono da differenti luoghi in cui Alessandro Maida è passato o ha vissuto negli ultimi 3 anni e portano con sé ricordi personali che li rendono unici ai suoi occhi, con una specifica conformazione, una determinata personalità, che gli permettono un dialogo intimo con essi.
La luce e l'operatore della luce
La Luce è il secondo “attore” dello spettacolo; in primo luogo interpreta il sole e la luna, in un quadro temporale che evoca lo scorrere del tempo: un’alba, un tramonto, la notte. Allo stesso tempo diventa parte attiva dello spettacolo interagendo con l’attore e, assumendo un ruolo ambiguo, un angelo custode o un residuo tecnologico del passato ancora funzionante, una sonda rimasta in funzione da tempo immemore.
Il manovratore della luce, Flavio Enzo Cortese, è sempre presente nell’oscurità e allo stesso tempo impercettibile. Si muove ai margini dello spazio narrativo, come un operatore dietro la telecamera. E’ in questo contrasto non celato, tra azione e tecnica, che viene a crearsi una rottura, come una fenditura attraverso cui il pubblico assiste e osserva ciò che a sua volta è osservato e inquadrato dall’operatore/tecnico sulla scena.
La manipolazione della luce a sua volta diviene performance per sottolineare una sorta di finzione nella finzione, quasi a creare una formula che oltrepassa i codici rigorosi tra teatro e realtà.
Performace multiforme tra circo, teatro, danza e stone balancing
L’intento artistico, che Alessandro Maida porta avanti da anni, è quello di fondere i linguaggi, riuscire a comporre un corpo extra-ordinario con un linguaggio fisico di un altro mondo, nel quale non sono più riconoscibili i tratti del circo, della danza o del teatro perché i confini sono stati resi fluidi. Dopo quasi 15 anni di sperimentazione con il circo contemporaneo, Maida ambisce ad affinare questo tipo di ricerca, ponendo ancora di più l’accento sulla costruzione di un unico spartito composto di equilibrismo, di danza, manipolazione di oggetti e teatro fisico acrobatico.
Oltre all’utilizzo di questi linguaggi, che già fanno parte del suo percorso, Alessandro ha deciso di sperimentare la messa in scena di una nuova disciplina: lo stone balancing, che nasce e si sviluppa come forma di meditazione assolutamente non performativa, con tempi forse improponibili per un atto scenico. La sfida è quella di trovare un metodo per rendere scenica una pratica che richiede molto tempo e una tranquillità mentale che difficilmente si trova quando si è invasi dall’adrenalina della scena.