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A Torino l'Università è da record: il 95% dei dottori di ricerca ha trovato un lavoro

Questo secondo una ricerca di Almalaurea

I dottori di ricerca che si formano all'Università di Torino trovano lavoro più facilmente, è quanto emerge dall'ottava indagine sul profilo e la condizione occupazionale dei dottori di ricerca condotta dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea. 

Secondo i risultati i dottori di ricerca di UniTo hanno registrato una crescita nel tasso di occupazione di circa 7 punti percentuali passando dall'87,3% al 95% in un anno dal conseguimento del titolo. Inoltre la disoccupazione è diminuita dal 4,6% al 3,1%, e la retribuzione media mensile netta è aumentata da 1.871 a 1.940 euro. Un dato positivo se si considera che la media nazionale di occupazione è del 90,9% e la retribuzione media è di 1.836 euro. 

Tra gli occupati a un anno dal conseguimento del dottorato, il 5,8% svolge un’attività in proprio, il 25,3% è assunto con un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato. Il 29,5% svolge un’attività sostenuta da assegno di ricerca, l’11,1% può contare su una borsa post-doc, di studio o di ricerca e il 26,8% dichiara di essere stato assunto con un contratto a tempo determinato. L’1,6% è impegnato con altre forme di lavoro. 

L’83,0% degli occupati svolge una professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione: il 50,0% è un ricercatore o tecnico laureato nell'università mentre il 33,0% svolge un’altra professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione. Il 79,8% ritiene che il titolo di dottore di ricerca sia molto efficace o efficace per il lavoro svolto, una percentuale molto maggiore rispetto al 65,4%del precedente rapporto e rispetto alla media nazionale del 76,7%.

Infine il 65,8% dei dottori di ricerca dell’Università di Torino è occupato nel settore pubblico, il 31,1% in quello privato, mentre il 3,2% è occupato nel settore non profit. Il settore dei servizi assorbe l’89,5% dei dottori di ricerca, mentre l’industria accoglie il 9,5% degli occupati; l’1,1% ha trovato impiego nel settore dell’agricoltura. Per quanto riguarda la distribuzione geografica il 77,4% degli occupati dichiara di lavorare al Nord, il 3,2% al Centro, l’1,6% nel Mezzogiorno. Infine, il 17,9% lavora all’estero. 

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