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Economia Mirafiori Sud / Corso Luigi Settembrini

Il piano Stellantis per l'auto ibrida, la paura degli operai: così Torino è già entrata nella nuova era

Da una parte la transizione verso veicoli ecologici, dall'altra le regole dettate dalla multinazionale francese che ha assorbito la Fiat. In mezzo i lavoratori. E l'avvertimento di Tavares al governo di Giorgia Meloni

''Chiediamo un futuro per Mirafiori, per l'indotto e per Torino. Ci è rimasto solo questo lumicino acceso, se lo spengono è finita''. A dirlo è un operaio della Maserati: uno delle migliaia di metalmeccanici che hanno sfilato in corteo per le vie del centro di Torino. Per decenni sono stati la spina dorsale dell'economia piemontese, adesso rischiano di diventare esuberi. Sono arrabbiati, delusi e preoccupati per il loro futuro. Non risparmiano nessuno, neanche quelle istituzioni che hanno manifestato al loro fianco. 

''O con noi o con lui''. Quel selfie che il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, e il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, hanno scattato sorridenti con Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, ai lavoratori non è piaciuto. La fotografia è stata scattata in occasione dell'inaugurazione dell'impianto di produzione del cambio elettrificato eDCT per le vetture ibride. Il messaggio dei metalmeccanici torinesi è chiaro. Le istituzioni nel processo di transizione del settore automotive devono decidere con chi stare: se con Tavares o con i dipendenti del gruppo e delle tante aziende dell'indotto. Soprattutto perché la direzione che sembra voler intraprendere Stellantis per lo stabilimento di Mirafiori non garantisce occupazione e sostenibilità. 

Come sarà la transizione ecologica

A presentare il piano del futuro per lo stabilimento di Mirafiori è stato lo stesso Carlos Tavares mercoledì 10 aprile, durante l'inaugurazione dell'impianto di produzione del cambio elettrificato eDCT per le vetture ibride: ''Vorrei darvi una notizia davvero importante - ha detto Tavares -. Non aspetteremo che le promesse degli incentivi del governo vengano mantenute. Abbiamo deciso di investire non meno di 100 milioni di euro per introdurre una nuova batteria per la 500 elettrica che andrà a rompere un paradigma. Più chilometri e meno costi''. Un ulteriore tassello di quello che sembra essere il destino di Mirafiori: diventare un polo per la produzione e il riciclo di componenti per le automobili ibride ed elettriche. 

Via libera alle auto Euro7: cosa cambia

Stellantis lo ha chiamato ''Mirafiori Automotive Park 2030'', un progetto che prevede un investimento di oltre 240 milioni di euro per trasformare il sito in un polo unico nel suo genere a livello mondiale, completamente rinnovato e pensato per ospitare attività di progettazione, ingegneria e tecnologia, produzione, supply chain ed economia circolare. Un progetto che però non convince i lavoratori, i sindacati e nemmeno il governo. A far storcere il naso è l'assenza di impegni sulla produzione di nuovi veicoli a Torino. 

I rischi di chiusura per l'indotto

A spiegare per quale motivo è necessario aumentare la produzione di automobili nello stabilimento torinese di Mirafiori è stato Adolfo Urso, il ministro delle Imprese e del made in Italy, in visita a Torino: ''Stiamo lavorando per mettere in condizione Stellantis di produrre almeno un milione di veicoli nel nostro paese. Per sostenere il sistema dell'indotto è assolutamente necessario arrivare a 1,4 milioni di veicoli - ha detto il ministro -. Se Stellantis ritiene di poterlo fare ben venga, altrimenti è inevitabile che ci sarà spazio per un'altra o più case automobilistiche''. 

Parole, quelle del ministro, che non avrà ascoltato con piacere Carlos Tavares che sempre mercoledì aveva spiegato che ''se qualcuno vuole introdurre i concorrenti cinesi nel mercato italiano, saranno loro ad avere la responsabilità delle decisioni impopolari che si verificherebbero''. 

Gli operai e l'incertezza per il futuro

Da una parte la transizione ecologica verso veicoli sostenibili dal punto di vista ambientale, dall'altra le regole del gioco dettate dall'unico produttore di automobili presente sul territorio piemontese. In mezzo i lavoratori. Quelli della Maserati che hanno visto venduto lo storico stabilimento di Grugliasco con un annuncio online e che sono in cassa integrazione; quelli della Delgrosso di Nichelino che producono filtri per automobili e che non hanno diritto alla cassa integrazione o ad altri ammortizzatori sociali perché la loro azienda ha deciso di consegnare i libri contabili in tribunale nonostante avessero 6 milioni di euro di commesse già vendute; o i lavoratori della Lear che producono sedili per le poche Maserati che vengono ancora costruite a Mirafiori. ''Noi siamo la prima ditta dell'indotto in crisi, poi ne seguiranno tante altre che senza la produzione di un modello di massa chiuderanno'', spiega un lavoratore della Lear. 

Via libera ai maxi tir sulle strade

L'annuncio di Tavares dell'investimento di 100 milioni di euro in Italia per la progettazione di nuove batterie per la 500 elettrica o l'inaugurazione dell'impianto di produzione del cambio elettrificato eDCT per le vetture ibride a Mirafiori o ancora il lancio del 'Mirafiori Automotive Park 2030', per voi cosa rappresenta? ''Come fornitori non ci tocca perché producendo cambi o facendo economia circolare, che sicuramente è importante, i sedili che noi produciamo non servono, non servono gli specchietti o i tettucci. Perché non si producono le auto. Noi siamo fornitori, senza un modello non c'è nulla”. 

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