Processo Salone del libro, assolto l'ex sindaco di Torino Piero Fassino. Cinque le condanne

Il processo relativo al Salone del libro si chiude con cinque condanne e dodici decisioni tra prescrizioni e assoluzioni. Assolti nel merito con la formula "perché il fatto non costituisce reato", l'ex assessore alla Cultura Antonella Parigi e l'ex sindaco Piero Fassino. 

Esulta l'ex sindaco che ai cronisti presenti a Palazzo ha dichiarato che la sentenza riconosce la sua innocenza ed estraneità a qualsiasi forma di illecita, anche se al politico "resta l'amarezza di aver subito per quasi 15 anni l'ombra di un sospetto". 

L’inchiesta nacque nel 2015 secondo l’ipotesi di peculato contestata all’ex presidente della kermesse letteraria: nell’arco di cinque anni, secondo il pubblico ministero Gianfranco Colace, Rolando Picchioni - ai vertici del Salone tra il 1998 e il 2015 - avrebbe speso circa 850mila euro “per finalità personali e comunque estranee alle finalità” della Fondazione per il libro. Le accuse ipotizzate a carico dei 24 imputati erano, a vario titolo, peculato, falso in bilancio, turbativa d’asta.

Lieto fine anche per altri dieci imputati: per quelli che hanno rinunciato alla prescrizione il giudice ha pronunciato una sentenza di assoluzione, per altri ha dichiarato il reato prescritto e disposto il non doversi procedere. Dei 24 capi d’imputazione formulati dal pm restavano in piedi solo tre: quelli relativi al falso bilancio del 2015.

Ne è derivata la condanna di un anno per Giovanna Milella, che nel 2016 ha approvato il documento contabile dopo aver sostituito Rolando Picchioni alla guida della Fondazione. Condannati anche tre revisori dei conti e un commercialista a pene comprese tra otto mesi e un anno ma anche questi reati saranno prescritti prima che si arrivi a un processo d’appello.

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