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La sindaca di Strambino annuncia di avere un tumore al seno: "Non bisogna mai arrendersi"

L'annuncio attraverso i social network

Ottobre, da diverso tempo, è il mese della prevenzione contro il tumore al seno.

Oltre alle campagne delle varie Asl, le serate, i convegni, gli eventi che vengono organizzati dalle varie Amministrazioni Comunali, ci sono anche le testimonianze di quelle donne che ci sono passate, che stanno battagliando per vincere la "sfida" e di chi, infine, ha avuto la meglio.

Ma c'è anche chi, con coraggio, decide di esternare e di far sapere quanto sia importante la prevenzione.

Come la sindaca di Strambino, nonché consigliere metropolitano - con deleghe a sviluppo economico, attività produttive, turismo, pianificazione strategica - Sonia Cambursano, che ha deciso di scrivere un lungo post Facebook annunciando di avere un tumore al seno.

"Ne parlo qui, rompendo la mia tradizionale riservatezza sulla mia vita privata, per una serie di ragioni. La prima è che la mia diagnosi di tumore al seno ha molto a che fare con la prevenzione che salva la vita. Grazie a controlli costanti e accurati, e a una sanità pubblica di cui va riconosciuto l'immenso valore (al di là di tutto ciò che è sicuramente migliorabile, un servizio sanitario pubblico e universale è un bene inestimabile), fatta di professionistə che coniugano competenze e umanità. La seconda è che, siccome mi conoscete in tantə e vi preoccupate per me (hanno iniziato ad inseguirsi voci più o meno rassicuranti, così preferisco essere io a parlarne perché le fonti primarie sono sempre le migliori), voglio dirvi di stare tranquillə, perché sono solo di fronte a un ostacolo da superare, una realtà con cui fare i conti, ma che non mi impedirà di continuare a fare quello che amo e so fare meglio: occuparmi del territorio e della comunità che ho il grande onore di amministrare, sia come sindaca del Comune di Strambino che come consigliera delegata della Città metropolitana di Torino", scrive nel post Cambursano.

"La terza delle ragioni che mi vengono in mente è che dico spesso che il personale è politico, e vorrei che si imparasse a normalizzare la malattia come una (possibile anche se non auspicabile) fase della vita, e che chi si trova di fronte a un percorso oncologico non si senta mai solə.

Non mi appartiene la retorica della lotta, della battaglia, di vinti e vincitori: mi appartiene piuttosto l'idea che - come diceva Murgia - siamo organismi complessi e ammalarci è il prezzo di questa complessità, che è però la stessa che ci permette di emozionarci per un tramonto o di sentire un fremito ascoltando la suite per violoncello di Bach.

La malattia è un percorso da affrontare, possibilmente non da solə. Io sono e rimango una donna molto fortunata, circondata come sono da affetti immensi, la mia famiglia e le mie tribù (Michela Murgia l'avrebbe chiamata la mia famiglia queer), tuttə intorno a me. Non avevo bisogno di un tumore per saperlo, ma la riconferma del loro amore è un tesoro che porterò sempre con me.

Diciamo che mi tocca ancora un po' di salita, ma da vera ciclista ho gambe e polmoni buoni. E la discesa arriva, eccome se arriva, e sarà a perdifiato", prosegue Cambursano che chiude con tanta ironia: "E poi, lo vogliamo dire? Sono una donna, femminista, di sinistra, ciclista e tifosa del Toro. Direi che in questi 50 anni qualcosa sul non vincere sempre ma non arrendersi mai l'ho imparato!"

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