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In pronto soccorso arriva il traduttore tecnologico per i sordi: verrà attivato in tutto il Piemonte

Si tratta di un servizio che permette ai sordi di poter comunicare con chi non conosce la lingua dei segni

Immaginate di essere un genitore e di dover correre in ospedale con urgenza perché vostro figlio non sta bene. Immaginate poi, una volta arrivati in ospedale, di essere davanti a un infermiere del pronto soccorso che non è in grado di capirvi in alcun modo, rendendo così difficile l'intervento per salvare la vita di vostro figlio. Un incubo. Uno scenario temendo che è stato immaginato da Serafino Timeo, presidente regionale dell'Ente Nazionale Sordi. 

Sì, perché la comunicazione - o meglio la mancata comunicazione - si può trasformare in una vera e propria barriera architettonica per un sordo. Alla pari degli scaloni davanti al Duomo per i credenti in carrozzina o ai monopattini abbandonati in mezzo al marciapiede per i non vedenti. "Durante la pandemia una delle difficoltà che abbiamo avuto è stata legata alle mascherine", ha raccontato Timeo durante la presentazione 'Comunic@ENS_Pro', "non ci permettevano di leggere le labbra di medici e infermieri, ma erano giustamente strumenti di protezione. Questo progetto che presentiamo è un servizio che non è a beneficio solo dei sordi, ma anche del personale sanitario". 

All'epoca infatti un medico per comunicare con un sordo doveva abbassarsi la mascherina correndo il pericolo di essere contagiato dal covid perché non vi era alcun strumento che riuscisse a mediare tra i due linguaggi, quello verbale e quello dei segni. Adesso questo problema è stato risolto grazie al progetto 'Comunic@ENS_Pro': verranno distribuiti ai 43 ospedali piemontesi dei tablet che permetteranno al pronto soccorso di accedere a un servizio di traduzione del linguaggio dei segni. 

In sostanza quando il personale sanitario si troverà davanti a un sordo potrà accedere tramite il tablet a una traduttore del linguaggio dei segni che sarà in video conferenza. Tutto questo nel rispetto della privacy di ognuno. Un progetto finanziato dalla Regione Piemonte e dall'Ente Nazionale Sordi. La Regione Piemonte ha stanziato 100.000 euro del fondo anti discriminazioni. 

"Il vero contrasto alle discriminazioni non si fa con bandierine ideologiche, ma con veri servizi capaci di superare le barriere della comunicazione e garantire diritti alle persone sorde", ha spiegato l'assessore regionale Maurizio Marrone, "In passato i fondi del piano anti discriminazione venivano utilizzati per iniziative che spesso non intervenivano sulla disabilità, oggi permetteranno a tanti piemontesi di accedere finalmente ai servizi in maniera immediata".  

Il riferimento di Marrone è allo stanziamento di risorse del fondo anti discriminazione per corsi tenuti dal servizio LGBT del Comune di Torino a dipendenti pubblici dell'epoca Chiamparino. Per Luigi Icardi, assessore alla sanità del Piemonte, questo servizio è un gesto di grande civiltà: "Siamo la prima regione in Italia ad applicare questo sistema e speriamo di essere un esempio per le altre regioni italiane". 
 

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