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Dal "Parco della Salute" di Torino si sfila anche il Sant'Anna. L'Ordine dei Medici: "Avanti con le Molinette 2"

Se ne parlerà in un convegno a giugno

Regina Margherita, Cto e ora il Sant'Anna. Tre ospedali che hanno detto "no" al trasloco nel "Parco della Salute" di Torino, nell'area dell'ex Fiat Avio.

Il motivo è presto detto: non c'è sufficiente spazio per tutte le strutture ospedaliere. 

E l’Ordine dei Medici di Torino parla di "triste parabola", provando a trovare una soluzione alternativa: "rifacciamo almeno le Molinette".

"Abbiamo sempre sostenuto la necessità del Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione, ma è ora evidente come non sia verosimile costruirlo nello spazio a disposizione e con un numero di posti letto sufficiente. Ci chiediamo ancora se davvero non sia possibile trovare un sito più idoneo. La proposta di costruire un Parco della Salute che raccogliesse in un’unica area i quattro ospedali più importanti di Torino (Molinette, Regina Margherita, CTO, Sant’Anna), tutta l’attività didattica della Scuola di Medicina e avesse anche uno stretto legame con il mondo dell’industria biotecnologica apparve come una grande idea di futuro, un progetto da sostenere senza dubbi. Già soltanto i 90 anni delle Molinette e gli ingenti costi per la sua manutenzione erano una buona motivazione, ma ancora di più contava la nuova possibilità di una maggiore integrazione tra i saperi delle varie discipline, una più efficace resa didattica, un trasferimento in tempo reale dei bisogni di innovazione e di ricerca all’industria e delle risposte da questa alla clinica. Per una volta tanto, la difficoltà non era finanziaria: i fondi necessari erano garantiti in parte dallo Stato e in parte da un progetto di partenariato pubblico privato. Il primo errore, il più rilevante, quello che ha determinato tutto quanto è accaduto dopo, è stato la scelta dell’area: ex Fiat Avio, un’area angusta, ristretta tra via Nizza, il Lingotto, la Ferrovia e il grattacielo della Regione, dove il nuovo ospedale nel quale si sarebbe concentrata l’attività dei vecchi presidi, non poteva avere più di 1.040 posti letto in tutto, rispetto agli oltre 1.700 esistenti in origine".

Se i tre ospedali si sono defilati, c'è anche il caso dell'Università che, a quanto viene riferito dall'Ordine, "ha iniziato a cercare i finanziamenti per la sua parte, in quanto non previsti nel fondo ministeriale, e dovrà definire in quale parte dell’area potrà progettare i suoi edifici".

E l'Ordine si pone delle domande: "Diamo veramente per scontato che ormai non si possa più ritornare indietro rispetto al peccato originale? Come si terrà conto delle nuove osservazioni sulla sostenibilità del progetto? Si confermerà che l’unica ipotesi realistica ormai rimasta è il rifacimento delle Molinette? E infine, si riuscirà almeno a costruire Molinette 2, o “il destino” si accanirà anche su queste?".

Domande e risposte che saranno al centro di un convegno previsto per sabato 4 giugno a Torino "per capire come rendere realizzabile e sostenibile un progetto che sulla carta si presentava meraviglioso ma, collocato in quell’area, contemporaneamente irrealistico fin dall’origine", conclude l'Ordine.

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