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Lapo Elkann presenta sua moglie: il racconto di un matrimonio da favola

Su ‘Chi’ pubblicate le foto esclusive

Un matrimonio molto discreto per condividere le nozze solo con le famiglie e gli amici più cari. Lapo Elkann e Joana Lemos, nel nuovo numero di Chi in edicola da oggi, mercoledì 20 ottobre, hanno raccontato le loro nozze. Spiegano che la loro scelta è “in linea con la discrezione che abbiamo avuto da quando siamo stati insieme. Il vero amore è riservato, privato e intimo".

Il noto settimanale ha dedicato ben 18 pagine ricche di foto alle nozze del rampollo della famiglia Agnelli.

Lapo-Elkann-Joana Lemos: le foto delle nozze

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La coppia, che si è sposata lo scorso 7 ottobre, il giorno del 44esimo compleanno di Lapo, ha scelto di concedere a Chi l’esclusiva delle foto per fini benefici. Il compenso sarà donati alla fondazione Laps di cui Lapo è presidente e Joana vicepresidente.

Lapo è arrivato nella tenuta dove si è sposato, a Tavira in Portogallo, a bordo di una Fiat 500 old school, un omaggio al nonno Gianni Agnelli. La sposa indossava un abito disegnato da Frida Giannini, mentre il frac di Lapo era del suo sarto napoletano Rubinacci.

Lapo ha avuto come testimoni i fratelli John e Ginevra e il suo maggiordomo Armando Balzola. La sposa ha scelto i fratelli Gonçalo e Bruno Mascarenhas de Lemos.

A condurre la cerimonia è stato un funzionario portoghese dell'Algarve, che ha letto i documenti sia in portoghese che in italiano. I presenti raccontano di un discorso molto emozionante da parte di Lapo.

Decisamente più informale la festa che è seguita alla cerimonia nuziale. Gli sposi hanno scelto il tema tropical dall'arredamento alla musica portoghese e italiana.

Lapo per sorprendere la moglie ha invitato il cantante portoghese Tony Carreira, mentre lei ha invitato una delle sue band preferite, i Gipsy King, già amati dal nonno Gianni Agnelli.

La coppia ha voluto rilasciare a Chi una dichiarazione sui prossimi obiettivi della Fondazione Laps. "Purtroppo c'è ancora molto da fare. La pandemia ha lasciato profonde cicatrici su milioni di vite ed è importante che chi ha i mezzi per aiutare gli altri lo faccia, sostenendo chi è in maggiore difficoltà, in tutte le aree geografiche, perché, in un modo o nell'altro, tutti sono stati toccati dal flagello della pandemia. Come cittadini del mondo, è un dovere farlo. E, ancora una volta, vorremmo ringraziare tutti coloro che ci sostengono e ci aiutano a promuovere questi progetti di beneficenza, tra cui il settimanale Chi".

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