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Cronaca San Paolo / Corso Racconigi

Spaccio alle case ATC di corso Racconigi: gli arrestati patteggiano per traffico di droga

Inizialmente la Procura aveva contestato l’associazione finalizzata al traffico di droga, poi riqualificata in associazione semplice in considerazione dei quantitativi smerciati e del 'volume d’affari' della banda

Hanno patteggiato pene da 1 anno a 4 anni e 6 mesi i protagonisti dell'inchiesta sullo spaccio alle case Atc di corso Racconigi, dopo il blitz che il 31 marzo scorso aveva portato in carcere con l’accusa di traffico di stupefacenti e detenzione di armi nove persone, tra cui molti giovanissimi. Questa mattina il gip Luca Fidelio ha accolto le richieste concordate dai legali (tra gli altri, Mirco Consorte, Enrico Moschini, Carlo Alberto Laneve e Alberto Pantosti Bruni) con i pm Chiara Maina e Marco Sanini.

Soltanto uno degli indagati ha scelto il rito abbreviato e la sua posizione è stata definita poche ore dopo gli altri: assolto perché mancano le prove della sua partecipazione all’associazione, ha già scontato interamente la pena inflitta per i reati semplici ed è tornato in libertà a fine agosto. Le pene più alte sono andate ai due fratelli ritenuti 'dominus' della piazza di spaccio, che restano in carcere. Inizialmente la Procura aveva contestato l’associazione finalizzata al traffico di droga, poi riqualificata in associazione semplice in considerazione dei quantitativi smerciati e del 'volume d’affari' della banda. Proprio questa circostanza ha aperto la strada al patteggiamento. 

L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino, era nata a seguito di un suicidio avvenuto a giugno 2021. A sei mesi dalla prima iscrizione, un’operazione congiunta di Squadra Mobile, Polfer e squadra volanti aveva smantellato il gruppo operativo nel condominio di Cenisia e sequestrato oltre 30 chili di hashish, 250 grammi di cocaina e 200 grammi di marijuana, nonché due pistole (di cui una Beretta con 7 cartucce) e una carabina. Armi e droga erano state 'stoccate' nello stabile (dove le hanno trovate gli agenti) e sarebbero state affidate alla custodia di uno degli imputati, oggi assolto dal reato associativo. Gli episodi contestati partono da luglio 2021 e sarebbero continuati almeno fino alla chiusura delle indagini. 

Nelle carte si parla di ruoli precisi, stabiliti in modo da garantire che la macchina fosse ben oliata. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, c'era chi si occupava del rifornimento e della logistica, chi solo dello smistamento, chi della vendita al dettaglio.

L’istanza di rinvio a giudizio a capo del sistema, nella veste di 'organizzatore e promotore', indica un 25enne: dopo aver ricevuto il testimone dal fratello arrestato, avrebbe impartito 'direttive agli associati', gestito i proventi del traffico di droga e le liti con i gruppi rivali. Anche da dietro le sbarre, del resto, il fratello minore avrebbe monitorato le attività della piazza grazie a un telefono, procurando denaro e assistenza legale ai sodali che finivano nelle maglie della giustizia. L’ufficiale di collegamento sarebbe stata la loro madre, una 50enne definita 'organizzatrice' e 'preposta al coordinamento'.

Evocano scenari da Suburra anche i soprannomi con cui i giovani gregari si riferivano l'uno all'altro: 'Il Cantante', 'Il Cieco', 'Neymar' e altri. A seguito del patteggiamento, potranno beneficiare della sospensione condizionale o scontare la pena ai domiciliari.

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