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Cronaca

Ospedale Valdese: l'intervento impossibile raccontato da una paziente

Operata a giugno deve andare nuovamente sotto i ferri, ma c'è un problema. Non c'è più né la sala operatoria, né la struttura. Dovrà rivolgersi al settore privato

Qualche giorno fa abbiamo parlato della chiusura dell'ospedale Valdese. Il creatore della pagina facebook 'Comitato Ospedale Valdese', Guido Alessandro Gozzi, ci aveva detto che uno dei problemi maggiori che si sarebbero riscontrati con lo spostamento di tanti servizi in altre strutture ospedaliere, sarebbe stata la confusione tra gli utenti.

La conferma di questo arriva anche dalla consigliera regionale di Sel Monica Cerutti, la quale ha presentato in aula un'interrogazione a risposta immediata all'assessore alla Sanità regionale Paolo Monferino, per chiedere "se non ritiene necessario rivedere le decisioni prese per garantire ai pazienti l'assistenza medica bruscamente interrotta con la chiusura dell'ospedale".

Sinistra, Ecologia e Libertà ha sottoposto all'attenzione di Monferino una delle lettere scritte da pazienti dell'ospedale Valdese. La scrive una donna operata di mastectomia nel giugno scorso. Racconta che dopo mesi di chemioterapia (che sta ancora continuando) ha avuto un problema con il seno operato e che dovrà sottoporsi ad un nuovo urgente intervento.

La storia arriva al nodo cruciale quando la donna riporta quello che le ha detto il medico chirurgo, e cioè che nonostante l'urgenza nel doverla operare, non ha a disposizione né una sala operatoria, né una struttura in quanto quella dell'ospedale Valdese è stata chiusa il 31 dicembre 2012 e non è stata ricollocata.

"L'assessore Monferino avrà forse pensato al bene delle casse piemontesi, ma non a quello dei cittadini - è il commento di Monica Cerutti -. I piemontesi non sono furgoni che possono essere parcheggiati all'aperto in attesa di un'officina e di un meccanico: le malattie non attendono le decisioni della Regione Piemonte per avanzare i loro processi degenerativi".

Di seguito riportiamo la lettera ricevuta dalla consigliera Monica Cerutti.

Carissima Monica, il 12 giugno 2012 sono stata sottoposta a mastectomia totale di un seno con contestuale ricostruzione mediante applicazione di protesi presso l'Ospedale Valdese di Torino.

Da agosto a dicembre ho fatto chemioterapia e dovrò continuare altro tipo di terapia mediante flebo in ospedale sino a fine 2013.

Negli ultimi 15 giorni ho avuto un serio problema al seno operato.

Ieri mattina sono stata visitata dal chirurgo plastico che mi ha operata che mi ha informata che è necessario effettuare un secondo intervento di assestamento e correzione. Tale intervento è urgente poiché il problema sorto mi causa violenti e ininterrotti dolori. Il dottore però non ha a disposizione né sala operatoria, né struttura in quanto la Chirurgia Plastica del Valdese è stata chiusa il 31/12/2012 e non ricollocata.

Di conseguenza mi si prospettano due alternative: cercare un altro chirurgo che operi in una struttura pubblica, rifacendo tutta la trafila medica, affidandomi ad un medico che non conosco e mettendomi in lista d'attesa per il futuro intervento presso struttura pubblica, oppure effettuare l'intervento presso una struttura privata in tempi veloci, ma accollandomi il costo dell'intervento, che in questo momento non so ancora quantificare.

Stante la situazione, non posso che scegliere la seconda ipotesi.

Questo è un frutto della riorganizzazione messa in atto dalla Regione Piemonte e dall'ASL competente. L'assessore Monferino ha dichiarato un risparmio di 8 milioni di euro con lo smantellamento del Valdese: una parte di questo risparmio comincerò a pagarlo io nell'ordine di migliaia di euro.

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