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L'ospedale Valdese chiude i battenti, ma le attività andranno avanti

La chiusura dell'ospedale Valdese consentirà risparmi per circa 8 milioni, che saranno reinvestiti in gran parte nel rafforzamento della rete delle cure primarie in altri nosocomi cittadini

Sembra proprio che per l'ospedale Valdese di Torino la chiusura sia vicina e inevitabile. A nulla è servita la lettera mandata a novembre dal pastore e moderatore Eugenio Bernardini al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in cui definiva "ingiuste" le situazioni prospettate per la struttura sanitaria di zona San Salvario.

Dal 2004 l'ospedale Valdese è di proprietà della Regione Piemonte. Propri i tagli regionali sono la causa della chiusura (o riconversione) del nosocomio. Un provvedimento che però trova tante persone contrarie, alcune delle quali hanno creato un gruppo su facebook denominato "Comitato Ospedale Valdese", tra le cui iniziative spicca una raccolta firme. "E' un gruppo nato per essere un punto di riferimento per associazioni di commercianti del quartiere San Salvario, dipendenti e utenti dell'ospedale Valdese - ci dice Guido Alessandro Gozzi, il promotore del 'Comitato Ospedale Valdese' -. Non sappiamo se sia giusto o meno chiudere la struttura dal punto di vista economico, certo è però che lo spostamento delle attività in altri ospedali creerà parecchia confusione tra gli utenti". Tra le diverse iniziative già fatte e divulgate attraverso il social network non se ne leggono ancora di nuove. "Siamo ancora in una fase nebulosa - dice Gozzi -. Al momento vogliamo capire e poi sicuramente agiremo, anche perché la partita non è ancora chiusa".

La chiusura delle attività del Presidio Valdese permetterà un risparmio alla Regione di circa 8 milioni di euro che, a quanto dice l'assessore alla Sanità della Regione Piemonte, saranno reinvestiti in gran parte nel rafforzamento della rete delle cure primarie. "I risparmi ottenuti - spiega Monferino - potranno essere reinvestiti per rafforzare i servizi territoriali che si rivolgono alle categorie più fragili in costante aumento, soprattutto per l'allungamento della vita media e la conseguente prevalenza delle patologie croniche".

Quanto alle cure per i tumori al seno che venivano eseguite all'ospedale Valdese, queste saranno trasferite nella Città della Salute, dove sorgerà "una vera e propria Città della Donna allocata nel contesto del Sant'Anna". In particolare in quest'ultima struttura sanitaria nascerà la Breast Unit di senologia, che "unirà i volumi di attività di Molinette, Sant'Anna stesso e Valdese, creando una struttura in grado di affrontare circa 1800 interventi alla mammella l'anno, un volume paragonabile a quella dell'Ieo di Milano".

Secondo i progetti della Regione, nonostante fisicamente il Valdese non ci sarà più, le attività non verranno abbandonate, ma valorizzate con la ricollocazione e il potenziamento di altre strutture, come il Martini o il Sant'Anna appunto. "Non sono le mura di un ospedale a garantire la qualità dell'assistenza - conclude l'assessore - ma l'efficienza di una razionale rete ospedaliera".

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