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Cronaca Venaria Reale / Via Sapino Don Giovanni, 152

Venaria Reale, operatore socio-sanitario rifiutò di vaccinarsi contro il covid e venne sospeso: i giudici d'appello danno ragione all'Asl

Ribaltata la sentenza di primo grado, lui annuncia ricorso in Cassazione: "Ma servono soldi per fare valere i propri diritti"

La corte d'appello di Torino ha ribaltato la sentenza dello scorso 1 luglio 2022 in cui il giudice del lavoro Magda D'Amelio del tribunale di Ivrea aveva condannato l'Asl To3 a risarcire un operatore socio-sanitario, che però non lavorava a contatto con i malati (era in servizio all'anagrafe zootecnica) nella sede di Venaria Reale, che non aveva voluto vaccinarsi contro il covid e che per questo era stato sospeso dal 23 settembre al 31 dicembre 2021, dopodiché era stato riammesso al lavoro da remoto. Il nuovo verdetto è stato pronunciato a fine gennaio 2023 dai giudici della sezione lavoro presieduti da Clotilde Fierro. L'operatore socio-sanitario, italiano di 57 anni difeso dall'avvocato Valerio Savino, dovrà pagare anche le spese processuali. L'Asl è stata rappresentata in giudizio dall'avvocato Dario Gamba.

Nella sentenza i giudici scrivono che "la scelta discrezionale del legislatore di imporre l'obbligo vaccinale ad alcune categorie di lavoratori in considerazione dei particolari contesti in cui questi prestano la loro attività, è pertanto una legittima scelta di politica di salute pubblica" e che "in un contesto di emergenza pandemica, di cui è doveroso rammentare gli esiti drammatici e praticamente inarrestabili, la prescrizione vaccinale costituisce in primo luogo misura del tutto proporzionata nella doverosa valutazione scientifica del rapporto costo-benefici, e in secondo luogo indefettibile adempimento dei doveri di solidarietà cui il singolo individuo è chiamato, nell'ambito di un ineludibile rapporto di reciprocità che il vivere sociale comporta". I giudici hanno escluso anche che il lavoratore potesse esercitare le proprie mansioni in smartworking.

"Adesso - dice l'operatore socio-sanitario, che non si è mai professato no-vax ma ha sempre detto di essere contro il vaccino anticovid in quanto lo ritiene sperimentale - sono costretto a fare un ricorso in Cassazione, ma in questo Paese servono soldi per fare valere i propri diritti. Chi non li ha è destinato a soccombere anche contro queste ingiustizie madornali, che gridano vendetta. E i poveri come fanno? In seconda battuta, mi chiedo: allora quello che hanno stabilito i magistrati di Ivrea non vale nulla? Cercherò di fare valere le mie ragioni anche se è difficile".

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