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Cronaca San Mauro Torinese

Omicidio di Giuseppe Gioffré a San Mauro Torinese, arriva la seconda condanna: 30 anni per Giuseppe Crea

Resta da processare il terzo componente del gruppo di fuoco. Il delitto maturato nell'ambito di una faida di 'ndrangheta

Non un cold case, ma quasi. Per il giudice Anna Mascolo, che nella mattinata di oggi, venerdì 13 ottobre 2023, gli ha inflitto una condanna a 30 anni al termine di un processo svoltosi con il rito abbreviato, è il 44enne Giuseppe Crea uno dei responsabili dell'omicidio di Giuseppe Gioffré, freddato a San Mauro Torinese l'11 luglio 2004 con un colpo di pistola alla testa. Per lo stesso episodio resta imputato Paolo Alvaro, 57 anni, originario di Sinopoli (Reggio Calabria), che ha scelto di essere giudicato con il rito ordinario. L'istruttoria davanti al tribunale di Ivrea è iniziata a settembre ed è tuttora in corso.

L'inchiesta, coordinata dalle procuratrici Livia Locci e Manuela Pedrotta della direzione distrettuale antimafia torinese, aveva ipotizzato che l'omicidio fosse maturato nel contesto di una trentennale faida di 'ndrangheta risalente addirittura agli anni Sessanta. Un'ipotesi documentata in una lunga informativa dei carabinieri del nucleo investigativo, incaricati delle indagini, e accolta dal giudice questa mattina. Per Crea la condanna allunga un pedigree criminale già corposo, per cui sta già scontando una lunga condanna definitiva. Entrambi erano stati raggiunti dalla misura cautelare a luglio 2022, Crea mentre era detenuto nel carcere di Parma.

Le prime indagini, svolte subito dopo i fatti, avevano accertato la presenza di un commando composto da tre persone e avevano portato alla condanna a 21 anni di carcere di Stefano Alvaro, ritenuto uno dei componenti del gruppo di fuoco. La genesi dell'episodio sarebbe da ricercare in una vecchia disputa con alla base interessi economici, nel corso della quale Gioffré aveva ucciso due esponenti della cosca Dalmato-Alvaro all'inizio degli anni Sessanta, quando gestiva una panetteria in Calabria. Per gli inquirenti la prima e parziale vendetta si sarebbe consumata già pochi anni dopo: mentre era detenuto, due persone fecero irruzione a casa sua e uccisero sua moglie e uno dei loro figli. Quella definitiva, fatale per Gioffré, invece è arrivata oltre quarant'anni dopo.

Il caso sembrava ormai consegnato agli annali e catalogato fra quelli irrisolti, ma un'analisi dei carabinieri reparto investigazioni scientifiche di Parma ha fatto riaprire le indagini: su una bottiglietta di plastica ritrovata a pochi metri dall'auto utilizzata dal commando, poi data alle fiamme, i militari hanno rintracciato un'impronta digitale riconducibile proprio ad Alvaro. Per conoscere le motivazioni della condanna di Crea bisognerà attendere 90 giorni.

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