rotate-mobile
Cronaca

Condivideva i video porno della figlia minorenne: madre torinese condannata a quattro anni e dieci mesi

Nei guai anche gli acquirenti delle immagini

È stata condannata a quattro anni e dieci mesi di reclusione la donna oggi 48enne di Torino accusata di aver incoraggiato la figlia minorenne a scambiare foto e video erotici in cambio di denaro su Periscope, Instagram e Whatsapp. Il processo con rito abbreviato si è concluso ieri, martedì 19 settembre 2023, quando il giudice ha inflitto dieci mesi in più rispetto alla richiesta del pubblico ministero Lisa Bergamasco.

La vicenda fu denunciata nel 2020 dalla onlus La Caramella Buona, che si batte contro la pedofilia e i reati commessi da sex offenders, e ha portato alla sbarra diverse persone con le accuse di sfruttamento della prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico: oltre alla mamma, anche alcuni acquirenti dei video in cui la ragazza praticava del sesso orale con il fidanzato, scene in cui talvolta comparivano anche la madre e la sorella minore. Il denaro, poi, veniva accreditato su una carta prepagata intestata alla madre. Agli inquirenti la ragazza aveva riferito le pressioni della genitrice per farla iscrivere a delle app d’incontri, salvo poi ridimensionare le accuse e coinvolgere il fidanzato di allora (con lei nei video). Del caso si è occupato anche il programma Le Iene, che nel 2020 ha mandato in onda un’intervista alla madre. Allora solo indagata, aveva detto di essere “troppo amica” della figlia. 

Nei processi si sono costituiti parte civile l’associazione e il padre della ragazza, mentre la vittima ne è rimasta fuori. Oltre a quello definito con il rito abbreviato, infatti, prosegue con il rito ordinario quello al 32enne romano che avrebbe indotto via chat l’adolescente a inviargli materiale intimo in cambio di 1.500 euro, soldi promessi ma mai versati. 

"Non esistono giustificazioni per questa madre - ha dichiarato Roberto Mirabile, presidente della Caramella Buona, assistita nel processo dall’avvocato Antonio Radaelli -. Se proprio voleva vendere qualcosa a uomini pervertiti, da condannare, almeno avesse venduto se stessa senza coinvolgere la figlia minorenne, le cui immagini ora circolano nel mondo senza regole del web, con danni impensabili per la minore". L’avvocato Stefano Freilone, che assiste la donna, ha annunciato che farà appello dopo avere letto le motivazioni.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Condivideva i video porno della figlia minorenne: madre torinese condannata a quattro anni e dieci mesi

TorinoToday è in caricamento