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Tav, dalla Francia un rinvio al 2043? Salvini si arrabbia, poi le smentite da Oltralpe

Attacchi da Frediani (Unione Popolare) e Grimaldi (Verdi Sinistra)

"Stiamo procedendo secondo i nostri piani per l'avvio del pre-esercizio, la fase di prova, della linea per la fine del 2032. Quindi il primo treno transiterà nel 2033". Lo aveva comunicato, ad aprile 2023, Maurizio Bufalini, vice direttore generale di Telt, la società incaricata della costruzione e della gestione della tratta transfrontaliera della Torino-Lione, al termine dell'evento 'Telt on Track - Roadshow 2023' a Bruxelles.

Questa comunicazione, però, potrebbe essere "già vecchia", visto che in questi ultimi giorni dalla Francia arrivano notizia discordanti in tema Tav.

Mettendo in agitazione il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.

Da Oltralpe, infatti, si vocifera che si voglia far slittare la tratta a dopo il 2043 per motivi di costi. Ovvero dopo l'entrata in funzione del tunnel del Moncenisio, prevista per inizio 2033.

Salvini sarebbe decisamente preoccupato, chiedendo chiarezza a Parigi ma anche il rispetto degli accordi presi, rimarcando l'importanza dell'opera per l'Italia e per l'Europa.

Nel corso delle ultime ore, però, il ministro dei Trasporti, Clément Beaune, all'Ansa ha spiegato come non vi sarà alcun rinvio e quelle delle ultime ore siano voci che fanno riferimento ad un rapporto indipendente consegnato al governo franese. Ribadendo, infine, come il cronoprogramma verrà rispettato.

Assist (inevitabile) a favore di Salvini, da parte di Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera: "Con un ministro come Salvini, dopo anni di immobilismo, siamo sereni sul fronte Tav che non si ferma e va avanti. Il nostro obiettivo è valorizzare il Piemonte".

Soddisfatta anche l'onorevole di Azione, Daniela Ruffino: "Mi rassicurano le parole del ministro Beaune sul Tav. Non è una concessione fatta all’Italia ma una decisione utile a entrambi i Paesi e all’Europa della libera circolazione e della crescita. Andare d’accordo in Europa è utile e conveniente per tutti, al di là delle differenze politiche".

Frediani (Unione Popolare): "È ora che il Governo dica "ciaone" al Tav"

"Dove non arriva il nostro Governo, arrivano i decisori d’Oltralpe. Per l’ennesima volta, la Francia esprime i suoi dubbi sui costi dell’adeguamento della tratta nazionale e aggiunge pesanti incertezze all’iter di realizzazione della nuova linea Torino-Lione.

E sarebbe ora che “il club del TAV”, che nel nostro Paese annovera tra i suoi iscritti tutti i partiti di centro-destra e centro-sinistra che in questi anni si sono succeduti alla guida delle istituzioni nazionali e regionali, ammettesse quanto gli oppositori dell’opera dicono da sempre: è una follia sprecare fondi pubblici in un progetto superato rispetto al contesto internazionale e all’economia del nuovo millennio, devastante per l’ambiente in un’era segnata dall’emergenza climatica, costosissimo per le casse pubbliche alle prese con una crisi che mette in difficoltà anche i servizi essenziali per i cittadini.

Insomma: basta! È ora di prendere coscienza della realtà, chiudere i cantieri, smilitarizzare la valle, ripristinare i luoghi devastati. Con tante scuse per tutta la comunità valsusina e, diciamo di più, per tutti i cittadini dotati di buon senso che in questi anni hanno espresso la loro contrarietà all’opera", commenta Francesca Frediani, consigliere regionale di Unione Popolare Piemonte.

Grimaldi (Verdi Sinistra): "Tav come il Ponte sullo Stretto: inutile, irrealizzabile e anacronistica"

"Credo sia il momento di ammettere che il progetto TAV Torino-Lione - vecchio di 20 anni - non è realizzabile e non sarà realizzato nei prossimi 20: esorbitanti i costi ma soprattutto obiettivi inconciliabili con la lotta alla crisi climatica e ambientale. La verità è che la decisione francese risale al 2019, quando il Ministero dei trasporti valutò di potenziare le linee esistenti, perfettamente in grado di sopportare i volumi di traffico merci osservati negli ultimi vent'anni. Quello che, semplicemente, da vent'anni diciamo anche noi per l'Italia" - dichiara il Vice-capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, in merito alla notizia secondo cui il governo francese starebbe pensando di rinviare di 10 anni la realizzazione della linea che porterà al nuovo tunnel del Moncenisio, atteso entro il 2032, per via dei costi troppo alti.

"Non esiste alcuna garanzia che la Francia dopo il 2043 realizzi l'opera e per la tratta nazionale italiana non esiste a oggi neanche un progetto approvato. La TAV Torino Lione è come il Ponte sullo Stretto: un'opera ciclopica e anacronistica in un momento in cui gli sforzi e gli investimenti infrastrutturali devono concentrarsi sul rafforzamento delle linee ferroviarie in tutti quei territori drammaticamente carenti, sul ripristino delle tantissime linee cancellate nonostante il bisogno e nella promozione della mobilità sostenibile e intermodale in tutte le città e in tutto il Paese", lo afferma l'onorevole Marco Grimaldi di Verdi Sinistra.

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