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Torino è sempre più tropicale: il 2022 è stato l'anno più caldo e più secco di sempre

Temperature medie +1,6 gradi rispetto alla norma, mentre è mancato addirittura il 65% delle precipitazioni

Un anno caldo e secco dall'inizio alla fine, con diversi record, anche se, a differenza di altri anni recenti, non sono stati mai raggiunti i 40 gradi. È il riassunto che l'Arpa Piemonte fa per il clima registratosi nella regione nel 2022. Il rapporto, pubblicato a inizio gennaio 2023, evidenzia tutte le novità a cui i piemontesi dovranno abituarsi di qui ai prossimi anni a causa del cambiamento climatico. 

In particolare, l'analisi storica su Torino, elaborata dalla Società Meteorologica Italiana unita ai dati più recenti di Arpa Piemonte, evidenzia un doppio primato in oltre due secoli di misure (1753 per le temperature e 1803 per le precipitazioni): è stato l'anno più caldo con 16 gradi di temperatura media e anche il meno piovoso con 310 millimetri caduti. Rispetto alla norma del periodo 1991-2020, l’anomalia termica positiva annuale è +1.6 gradi mentre il deficit pluviometrico è pari a 587.8 mm (pari al -65%).

Il primo record assoluto si era verificato proprio il giorno di Capodanno, quando la temperatura media che si era registrata era stata di 9,6 gradi, addirittura 8,5 in più rispetto dalla norma del periodo 1991-2020. "La situazione meteorologica caratterizzata da una struttura anticiclonica di origine africana sul Mediterraneo con diretto interessamento del territorio piemontese - spiegano gli esperti dell'Arpa - è stata una configurazione barica ricorrente nel corso dell’anno 2022, risultato sul Piemonte il più caldo e il secondo meno piovoso dell’intera serie storica dal 1958. La temperatura media annuale è risultata pari a 11.4°C, con un’anomalia positiva di +1.5°C rispetto alla norma del periodo 1991-2020".

Le temperature: molto più caldo ma senza picchi

Solo i mesi di marzo e aprile hanno avuto una temperatura inferiore alla norma degli anni 1991-2020. A questi si aggiungono l’ultima decade di settembre e le prime due di dicembre. Lo scostamento termico positivo è stato marcato soprattutto durante l’estate, risultata la seconda più calda dopo il 2003. Il mese di ottobre è stato caratterizzato dalla totale assenza di giorni freddi, classificandosi in prima posizione nella serie storica dei mesi più caldi. Da citare anche il secondo posto di gennaio e maggio.

Nonostante l’estate 2022 sia risultata la seconda più calda dopo quella del 2003, i primati termici annuali sono risultati quasi assenti (appunto, non si sono mai superati i 40 gradi), con l’unica eccezione del primato di Passo del Moro (Verbania), a 2820 metri, dove sono stati registrati 23.7 gradi il 27 giugno. La caratteristica termica principale dell’annata è stata quindi di una temperatura frequentemente al di sopra della norma climatica piuttosto che di periodi brevi di anomalie termiche positive intense come spesso accaduto in passato.

Le precipitazioni: il secondo anno più secco degli ultimi 30

Le precipitazioni complessive ammontano a 611,9 millimietri, con un deficit pluviometrico di -417.6 mm (pari al 41%) nei confronti della media climatica del trentennio 1991-2020. L’anno è risultato il secondo più secco dopo il 2001. Anomalie più contenute vi sono state nelle Alpi occidentali, mentre nel Torinese e nell’Alessandrino l’anomalia annuale è stata di oltre -50% e ha localmente raggiunto i valori di -60%. Quasi tutti i mesi hanno registrato una precipitazione inferiore alla norma del periodo 1991-2020. Uniche eccezioni agosto, risultato il mese più piovoso dell’anno, e dicembre, che ha avuto la maggiore anomalia pluviometrica positiva.

Nel corso dell’anno sono state rilevanti anche le condizioni di siccità, prolungata e diffusa, che ha inciso in modo eccezionale sulle risorse naturali ed ambientali. Il fenomeno è partito già nella stagione invernale 2021-2022, con un lungo periodo di giornate secche (precipitazione giornaliera inferiore a cinque millimetri) compreso tra il 9 dicembre 2021 e il 29 marzo 2022; tale serie di 111 giorni si è posizionata ufficialmente al secondo posto tra i periodi secchi invernali più lunghi degli ultimi 65 anni, dopo la stagione 1999-2000 (137 giorni): gennaio, febbraio e marzo sono stati i tre mesi più secchi e con la maggiore anomalia negativa.

Le condizioni di scarsità di precipitazioni meteorologiche si sono quindi protratte anche in estate, quando sono state interrotte solo da brevi episodi temporaleschi, e infine anche in autunno quando le piogge scese sono state la metà di quello che normalmente cade in questa stagione che è solitamente la più piovosa dell’anno in Piemonte.

L'emergenza continua con l'inverno bollente: l'allarme per le colture

La Coldiretti Torino, che recentemente ha dato l'allarme per le temperature elevate di questa stagione invernale che rischia di devastare le colture. "Questo inverno che sa di primavera - spiegano dall'associazione - fa seguito a un 2022 che si classifica come l’anno più bollente mai registrato prima con una temperatura di oltre un grado superiore alla media storica in cui sono cadute quasi un terzo di precipitazioni in meno, secondo le analisi Coldiretti su dati Isac Cnr. Il cambiamento climatico è stato accompagnato da una evidente tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che, solo in provincia di Torino, superano i 250 milioni".

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