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Telecamere e visori dentro il carcere: la realtà virtuale da Torino sbarca al Festival di Venezia

VR Free è l'unico film italiano in gara a Venezia nella sezione Virtual Reality

Si tratta di un cortometraggio in realtà virtuale che indaga gli spazi e la vita dei detenuti del carcere di Torino, la Casa circondariale Lorusso e Cutugno. Milad Tangshir, il regista di VR Free (We are free), è entrato dentro il carcere e lì ha girato interamente un documentario che è innovativo soprattutto per la tecnica che ha utilizzato. 

VR Free (We Are Free) è un documentario girato con la nuova tecnologia della realtà virtuale (VR) che pone lo sguardo sulla natura degli spazi della detenzione descrivendo alcuni momenti di vita all'interno della Casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino. Il film raccoglie la reazione di alcuni detenuti durante il loro breve incontro con video 360° che mostrano la vita fuori dal carcere. Usando i visori VR e le cuffie, i reclusi, privati temporaneamente della loro libertà, hanno virtualmente potuto partecipare ad alcune situazioni pubbliche e intime che non possono più vivere, come una partita di serie A allo stadio, una festa in discoteca il sabato sera, un’immersione sottomarina, l’incontro con la propria famiglia in un parco pubblico.

VR Free sarà anche l'unico film italiano nella sezione Venice Virtual Reality di della 76esima edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. Tanti gli attori torinesi del settore cinematografico torinese che hanno contribuito alla realizzazione di questa opera: il progetto è dell'Associazione Museo Nazionale del Cinema, è stato prodotto da Valentina Noya e realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte grazie al bando Under35 Digital Video Contest. 

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