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Venerdì, 26 Aprile 2024

La sinistra va dagli operai di Mirafiori: "Vogliamo un piano industriale per la mobilità elettrica"

La porta 2 di Mirafiori è uno dei luoghi simbolo di Torino

È uno dei luoghi simbolo di Torino, di quella che è stata, di quella che è oggi e di quella che potrebbe essere in futuro. La porta 2 della fabbrica di Mirafiori è il luogo dove ogni volta che i torinesi sono chiamati a votare, si tenta di percepire l'aria che tira in città. Così ha voluto fare anche Marco Grimaldi, consigliere regionale e candidato alla Camera con il centrosinistra nella lista Alleanza Verdi Sinistra. 

Sveglia alle 4.40 e, dopo un veloce caffè, direzione Stellantis a bordo della Fiat Panda di un altro candidato Andrea John Déjanaz. "Sembra non conoscere fine il calo delle immatricolazioni nel gruppo Stellantis", racconta Grimaldi, "un calo in tutta Europa e Regno Unito, di poco più del 21% rispetto al 2021. A fronte di una capacità produttiva italiana potenziale di 1,6 milioni di vetture, oggi ne produciamo solo 700mila, di cui 300mila sono i furgoni Ducato. Siamo convinti che sul futuro dei sette stabilimenti in Italia e sulla componentistica serva un accordo a tre fra Governo, azienda e sindacati, oltre al confronto con la Città di Torino e la Regione Piemonte".

La crisi del settore automotive e soprattutto la visione offuscata di quel che sarà il futuro di Stellantis a Torino non è un tema che è posto sul tavolo oggi, ma è lungo da circa un decennio: "Diciamoci la verità: se non fosse intervenuta la cassa integrazione, ci sarebbero stati dieci anni di licenziamenti. E quanto prende un lavoratore in cassa da dieci anni mentre i dirigenti continuano a fare mega profitti?", si domanda Grimaldi, "La vicenda della Giga Factory a Termoli avrebbe dovuto chiudersi diversamente, ma ora è davvero cruciale portare a Torino la filiera dell’indotto, del riciclo/riuso e dello smaltimento delle batterie, avere il più importante centro di ricerca europeo proprio a TNE Mirafiori".

Così Grimaldi hai lavoratori che ha incrociato all'inizio del turno di lavoro ha detto quel che l'alleanza di cui fa parte intende fare: "L’alleanza rosso-verde chiede al prossimo Governo un piano industriale per la mobilità elettrica da qui al 2030, che punti a un obiettivo di almeno 10 milioni di veicoli elettrici circolanti e di 100 mila punti di ricarica pubblica". Un piano che prevede incentivi a sostegno dell’acquisto di sole auto elettriche e che mira al trasporto collettivo e condiviso sfrittando la mobilità intermodale: "Il grande tema della sostenibilità sociale della transizione ecologica non si affronta mantenendo in piedi forzatamente produzioni inquinanti e superate, né cercando di frenare fuori tempo massimo il salto tecnologico e l’innovazione, ma redistribuendo ricchezza e tempo di lavoro".

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