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Addio al finto Genepì, ora quello piemontese è certificato: come riconoscerlo

Dovrà rispettare regole precise con l'arrivo della certificazione di indicazione geografica

Il vero Genepì piemontese potrà essere prodotto solamente nella nostra regione e dovrà rispettare determinati parametri. Arriva in Piemonte la certificazione di indicazione geografica. 

"Per la prima volta abbiamo una certificazione di prodotto in cui sarà garantita una quantità minima di fiori per litro di prodotto, una gradazione minima, una quota zuccherina minima e il rispetto di tutte le norme vigenti. Principalmente però saremo certi che il Genepì è fatto con il Genepì", a dirlo è Paolo Rovera, presidente dell'Associazione Genepì che si è fatta carico di stilare la scheda tecnica di indicazione geografica che il ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha approvato. 

"Il nostro obiettivo è che tutto il Genepì che circola in Piemonte sia certificato. Quello di oggi è un punto di partenza, il nostro obiettivo è che aumentino le ditte trasformatori certificate, che aumenti i soci e di conseguenza la garanzia per i coltivatori dell'accquisto del prodotto coltivato", continua Paolo Rovera. Attualmente in Piemonte vengono prodotte 30.000 bottiglie di Genepì certificato l'anno. Le richieste di acquisto arrivano da Stati Uniti, Russia, Francia e Svizzera. 

"Il Genepì tipico delle vallate alpine piemontesi deve riprendere il posto che gli spetta, naturalmente a scapito di altri liquori che hanno meno legame con il territorio", continua Rovera. Insomma al ristorante alla fine della cena invece del limoncello dovrebbe arrivare il Genepì. "Questo è un modo per preservare le coltivazioni, la storia, la gestione di un territorio montano e far in modo che nuove famiglie possano insediarsi nelle terre alte". 

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