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Torino San Donato, quando spunta il manifesto del Partito Gay scoppia la querelle in condominio: "Quell'associazione qui non può stare"

Si presenterà alle prossime elezioni

“La maggioranza delle discriminazioni non arrivano con un vero insulto in faccia, ma da tutte queste cose velate che rendono difficile la vita di chi appartiene alla comunità omosessuale”, a dirlo e Davide Betti, presidente dell'associazione 'Diritti e Libertà' che ha rischiato di dover abbandonare la sede fisica della propria associazione dopo solo un mese e mezzo dalla data di affitto. Il motivo? Non è ancora chiaro. 

La versione ufficiale è che il regolamento condominiale vieta di affittare spazi per lo svolgimento di attività politica e di partito, ma per Betti la situazione è più complessa e sfocia nella discriminazione.

“Sono successe delle coincidenze strane. Quando abbiamo affittato il negozio come associazione tutti sono stati carini. Ci chiamiamo 'Diritti e Libertà' quindi il nome gay sopra non c'è, ma quando abbiamo affisso dentro la sede un manifesto del 'Partito Gay', che è la lista che sosterremo alle prossime comunali, l'atteggiamento dei vicini è cambiato. L'amministratore ha inviato un messaggio al proprietario dicendo che non potevamo stare qui”, racconta Betti. 

“Ci viene da pensare che c'è un forte pregiudizio, non da parte di tutto il condominio, ma di qualche personaggio che abita qui. Noi non lasciamo la sede perché non violiamo alcuna normativa e il proprietario ci ha confermato la fiducia. Il proprietario è sempre stato gentile e carino”, continua Betti. 

“Torino è la città numero uno per la comunità omosessuale e il primo movimento gay è nato qui”, ed è anche per questo che il 'Partito Gay' è convinto che riuscire a eleggere almeno un consigliere in Comune questa volta non è un'impresa. 

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