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Farmaco acquistato dall'ospedale ma mai utilizzato (perché restituito in cambio di tangenti): nei guai manager di un'azienda

Vicenda collegata all'inchiesta del novembre 2020

Gare truccate, frodi nelle pubbliche forniture e corruzione all’interno delle Asl piemontesi. Sanità nel mirino della procura di Torino. Emessa dalla guardia di finanza di Torino la misura cautelare dell'obbligo di firma ai danni del rappresentante legale di una società torinese che avrebbe corrotto un dipendente pubblico. 

La vicenda è collegata all'inchiesta, coordinata dal pm Giovanni Caspani, che nel novembre 2020 aveva portato all'esecuzione di 15 ordinanze di misura cautelare nei confronti di dipendenti pubblici, commissari di gara, agenti e rappresentanti di alcune imprese, accusati di corruzione, turbativa d’asta e frode nelle pubbliche forniture.

L'ultimo capitolo dell'inchiesta ha preso il via dall’accertamento di un ammanco presso la Città della Salute e della Scienza di Torino di un costoso farmaco, un sostituto osseo chiamato Bon Alive, per un valore di circa 300mila euro. Questo sarebbe stato causato dalla condotta truffaldina di un’incaricata di un’impresa torinese che si avvaleva della 'collaborazione' di un pubblico dipendente infedele il quale falsificava documentazione amministrativa in cambio di generose tangenti. I due indagati hanno ammesso le loro responsabilità.

Secondo quanto accertato dai finanzieri, "l'uomo modificava le richieste d’ordine al Cto apponendo firme false di altri infermieri per il reintegro delle giacenze del farmaco che, pur risultando essere stato pagato dal Cto, non veniva utilizzato nelle sale operatorie né, tantomeno, risultava stoccato nel relativo magazzino. Gli investigatori hanno appurato che il dipendente pubblico dopo aver ricevuto il prodotto che aveva precedentemente ordinato provvedeva a riconsegnarlo alla rappresentante dell’azienda che lo aveva fornito".   

Sempre secondo gli investigatori, "sono emersi ulteriori gravi indizi di colpevolezza nei confronti del rappresentante legale della società torinese aggiudicatrice della fornitura delprodotto (già indagato nell’ambito dell’inchiesta per i reati di corruzione e frode nell’esecuzione dei contratti di pubbliche forniture). Lo stesso, in particolare, avrebbe assunto l’iniziativa di corrompere il pubblico dipendente attraverso la consegna, in varie occasioni, di somme di denaro, ricoprendo così un ruolo centrale e di primo piano nella commissione dei reati contestati".

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