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Domenica, 28 Aprile 2024

Tangenti per velocizzare le emissioni di carte d'identità: tre donne arrestate, una è una funzionaria dell'anagrafe di Torino

Un altro funzionario è indagato a piede libero insieme ad altre persone

Tangenti per velocizzare le procedure di emissione dei documenti per gli stranieri. È quanto hanno scoperto gli agenti della squadra mobile della polizia di Torino, che la mattina di mercoledì 3 maggio 2023 hanno notificato la misura degli arresti domiciliari a tre donne: una funzionaria dell'anagrafe del Comune di Torino, italiana di 38 anni, e due intermediarie. L'indagine è partita a marzo 2019 prendendo spunto da quanto scoperto nel corso di un'altra inchiesta, relativa al traffico di droga. Si era notato che romeni, albanesi, marocchini avrebbero versato denaro per ottenere i documenti, sia cartacei che elettronici, in tempi record rispetto alle normali attese.

Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti restrittivi, sono state eseguite perquisizioni nelle abitazioni e i luoghi nella disponibilità delle tre donne e di alcuni degli stranieri denunciati in quanto presunti corruttori. Perquisiti anche gli ambiti frequentati da un ulteriore funzionario dell’anagrafe, la cui attività, seppure analoga a quella della collega, sarebbe avvenuta a totale insaputa l'uno dell'altra, e di un romeno anche in questo caso con funzioni di intermediari. Anche questi ultimi sono iscritti nel registro degli indagati per il reato di corruzione. L'inchiesta è coordinata dal pm Giulia Rizzo della procura cittadina. I casi accertati sono alcune decine. Per ognuna delle pratiche da velocizzare si sarebbe pagata una quota superiore ai 100 euro.

L'assessore Tresso: "Episodi isolati, venga fatta chiarezza"

In una nota l'amministrazione comunale precisa che, "come previsto dalla normativa nazionale e dal contratto del pubblico impiego, la persona soggetta a provvedimenti restrittivi viene sospesa dal servizio. Per la persona sottoposta ad indagini si è in attesa di comunicazioni da parte dell’autorità giudiziaria e, qualora l’ipotesi di reato lo preveda, si procederà con analogo provvedimento di sospensione". L’assessore ai servizi demografici, Francesco Tresso, aggiunge: "Nei giorni scorsi ci siamo messi a disposizione degli inquirenti fornendo la massima collaborazione allo svolgimento delle indagini, che faranno il loro corso. È interesse dell’amministrazione che sia fatta chiarezza e che episodi isolati non gettino un’ombra di discredito sull’operato dei tanti dipendenti comunali che ogni giorno lavorano con onestà, impegno e professionalità. In particolare non vogliamo che quanto sta accadendo possa inficiare il grande impegno e gli sforzi straordinari che proprio in questo momento interessano in modo particolare il personale in servizio alle anagrafi per restituire ai cittadini un servizio più rapido ed efficiente. Potenzieremo le attività di formazione del personale impiegato in questo settore sui i temi della responsabilità del dipendente pubblico e della prevenzione della corruzione".

L'operazione antidroga collegata: sei arrestati

La mattina di mercoledì 3 maggio 2023 la squadra mobile della polizia di Torino, in collaborazione con i colleghi di Frosinone, Verona e Monza Brianza, ha arrestato e condotto in carcere altre cinque persone nell'ambito delle indagini sul traffico di droga, mentre una è al momento irreperibile. In questo caso, il lavoro degli investigatori si è aperto nel novembre 2017 per concludersi nell'agosto 2020 e si è concentrata su sei albanesi (residenti appunto a Torino, Lissone, Frosinone e Verona), ritenuti autori di un commercio di cocaina. Sono state effettuate perquisizioni ed è stato eseguito il sequestro preventivo di tre autoveicoli e numerosi conti correnti bancari di proprietà di uno degli indagati. 

Nel corso delle lunghe investigazioni sull’organizzazione criminale erano stati già effettuati ulteriori 19 arresti in flagranza di reato ed era stato eseguito il sequestro di circa 18 chili di cocaina, della somma contante di oltre 23mila euro e di sei autovetture. In questo caso l'inchiesta è stata coordinata dal pm Enrico Arnaldi di Balme della procura cittadina.

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