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Vittime di violenza o senza strumenti per seguire le lezioni: studenti danneggiati dalla didattica a distanza

Un flash mob davanti al Palazzo della Regione Piemonte

Un flash mob per dare voce agli studenti torinesi, piemontesi e italiani che vengono danneggiati dalla didattica a distanza. Si è tenuto questa mattina, giovedì 26 novembre, davanti al palazzo della Regione Piemonte. A organizzarlo un coordinamento di studenti torinesi insieme al coordinamento Priorità alla Scuola. 

Il flash mob. Un'insegnante fa l'appello prima dell'inizio della lezione online. "Ragazzi accendente le telecamere", dice. Non tutti però possono accendere le telecamere e possono accedere alla didattica a distanza. Studenti che in questo periodo vengono segnati assenti sul registro e che stanno accumulando divario formativo con gli altri compagni di classe, quelli che hanno più possibilità. 

"Noi vogliamo dare voce a chi non ha voce. Noi portiamo le voci di quei ragazzi che non si possono connettere perché non hanno la connessione, non hanno un computer, perché per vari svantaggi socio-economici non hanno potuto ottenere i device. A livello nazionale e territoriale le differenze sono forti. Noi dobbiamo pensare a chi non ha possibilità", spiega Alisa Matizen insegnante che fa parte del coordinamento Priorità alla Scuola. 

Non solo però, perché uno dei problemi sommersi che esiste è quello della fragilità dei contesti familiari: "Come si fa a seguire una lezione se in casa se sono vittima di violenza domestica. La violenza tra le mura domestiche è cresciuta in modo esponenziale durante il lockdown. Noi siamo preoccupati per questi ragazzi. È per loro che dobbiamo tornare in classe in sicurezza al più presto perché la scuola è pubblica ed è un servizio essenziale", conclude Alisa Matizen insegnante che fa parte del coordinamento Priorità alla Scuola. 

Prima del flash mob, a partire dalle 8 di mattina, una cinquantina di studenti hanno manifestato seguendo la propria lezione online da Piazza Castello. "Noi manifestazione per un nuovo modello di scuola", spiega Dario Pio Mucilli che è un portavoce degli studenti in piazza, "Abbiamo la necessità di tornare in presenza in sicurezza. Noi vogliamo certezze e chiediamo che si finisca con le misure emergenziale. Ci vuole un programma per la scuola. Gli altri Paesi europei lo fanno". 

"Il problema della didattica a distanza è il fatto che non garantisce l'uguaglianza tra gli studenti. Si è visto come la mancanza di un approccio sistematico all'istruzione ha lasciato le scuole in balia di se stesse. Chi aveva le disponibilità ha fornito device lo ha fatto, altre no. Fino a quando la scuola sarà così frammentata, fino a quando tutto sarà lasciato al caso, il futuro degli studenti sarà a rischio", Dario Pio Mucilli che è un portavoce degli studenti in piazza.

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