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Buone notizie per i malati piemontesi: non dovranno pagare di tasca propria le Case di cura

Quella che sta portando avanto la Fondazione Promozione Sociale è una battaglia legale ed etica che comincia a portare i primi risultati. Tutto parte da un ricorso che, insieme ad altre associazioni in tutta Italia, è stato presentato al Consiglio di Stato che ha riconosciuto che devono essere garantite le cure senza limiti di durata per tutti i malati non autosufficienti. 

Una platea che in Piemonte coinvolge ben 30.000 persone - di queste 9.000 nel torinese. La Fondazione Promozione Sociale ha aperto un contenzioso con alcune case di cura private o con quelle strutture che si occupano della degenza del malato dopo le cure ospedaliere peché queste puntano a dimettere i malati dopo 30 o 60 giorni perché in base a una delibera regionale c'è un'abbattimento della retta di ricovero se prosegue oltre i tempi fissati. 

Il Consiglio di Stato ha stabilito invece che non può esserci una sanità a tempo perché si devono valutare le condizioni del malato ed è dell'ASL la responsabilità di garantire la continuità delle cure. Inoltre non si possono imporre rette a carico dei malati che proseguono il ricovero. 

Spesso, denuncia la Fondazione, non vengono date informazioni corrette e alcuni malati accettano le dimissioni pensando che siano a carico della famiglia le spese di cura. La Fondazione ha dunque mandato una lettera alla Giunta regionale chiedendo che venga inviata una circolare alle strutture sanitarie che hanno posti di deospedalizzazioni chiedendo loro che recepiscano il pronunciamento del Consiglio di Stato. 

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