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Lavoro, come cambierà grazie ai giovani? "Sono portatori di nuovi valori" | LA RICERCA

A tentare di dare una risposta è stata Sonia Bertolini, professoressa Associata in Sociologia del Lavoro dell'Università di Torino, che durante la 'Settimana del Lavoro 2024' ha illustrato i risultati di due indagini realizzate nel 2023 dall'ateneo

Cosa chiedono i giovani al mondo del lavoro? A tentare di dare una risposta è stata Sonia Bertolini, professoressa Associata in Sociologia del Lavoro dell'Università di Torino, che durante la 'Settimana del Lavoro 2024' ha illustrato i risultati di due indagini realizzate nel 2023 dall'ateneo. Si ridimensiona l’idea che per i giovani il lavoro non sia più centrale, ma prediligono quello di qualità. Il 60% del campione dei giovani adulti che è stato intervistato conferma la centralità del lavoro nello scandire la transizione alla vita adulta, mentre il 18% afferma di ritenere importante, per sentirsi adulti, il raggiungimento dei propri obiettivi in ambito lavorativo. La dimensione del lavoro però sta cambiando nel suo significato. Tra gli adolescenti si conferma l’importanza attribuita alla buona remunerazione (21%), ma anche alla soddisfazione personale (21%), a un ambiente di lavoro stimolante (18%) e a un lavoro che conceda tempo libero (6%). 

"I contratti di lavoro sono così frammentati che di fronte a questo e al fatto che è venuto meno il concetto di carriera e quindi il percorso di crescita, i giovani cominciano a reagire. Oggi ci troviamo di fronte a una generazione che è portatrice di nuovi valori del lavoro", spiega la professoressa Bertolini. 

Cosa cercano i giovani nel lavoro? "Cercano anche benessere. Un lavoro che dia un buon reddito, ma anche che sia interessante e soprattutto che sia conciliabile con la propria vita privata e lavorativa, e che abbia degli orari che conceda loro del tempo libero". 

Sono meno affezionati al posto fisso? "Nei dati quel che vediamo è che soprattutto un terzo dei giovani è disponibile a lasciare il posto fisso. La stabilità continua a essere un valore, ma è prioritario il lavoro di qualità: un lavoro ricco di contenuti, ben pagato e che abbia un suo riconoscimento". 

Si parla di settimana corta, come si posizionano secondo i vostri dati? "Sia rispetto alla settimana corta, sia sull'utilizzo dello smart working sono favoreli. Sono strumenti che vanno d'accordo con l'idea del lavoro che conceda tempo libero per se e per la famiglia. Addirittura sono le imprese che per trattenere i giovani più bravi cercano di incentivarli attraverso l'utilizzo di questi strumenti. Penso che nei prossimi anni assisteremo a una vera ristrutturazione dell'organizzazione del lavoro". 

Come sarà il posto di lavoro del futuro? "Ci saranno molte differenze tra posti di lavoro nelle posizioni alte e in quelle basse, però io penso che ci sarà una riconcettualizzazione dello spazio e del tempo del lavoro. Non sarà più misurato solo dal tempo, ma molto più dagli obiettivi. Mi immagino un lavoro non più legato alla postazione di lavoro fissa, ma che sia più in movimento. Attraverso la tecnologia mi trovo ovunque ormai è posso lavorare. Anche lavori che in questo momento non sembrano smartizzabili lo diventeranno". 

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