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Senza RU486 il Sant'Anna non potrebbe più fare aborti. Viale: "Mi chiamano 'Dottor morte'? È motivo di onore"

In Piemonte nel 2018 ci sono stati 6.900 aborti

"Se domani mi dicessero che non si può più utilizzare la Ru486 al Sant'Anna, noi non saremmo più in grado di fare aborti", a dirlo è Silvio Viale, medico della struttura ospedaliera torinese. Viale però non è soltanto un medico, è anche e soprattutto il politico italiano che più si è battuto per l'introduzione della pillola abortiva RU486. Per lui non si tratta di una semplice pillola, ma di uno strumento utile a garantire il diritto all'aborto delle donne.

RU486 che è finita nuovamente nel mirino del centrodestra piemontese. Maurizio Marrone, assessore regionale della Giunta Cirio ed esponente di Fratelli d'Italia, attraverso una delibera sarebbe intenzionato ad apportare alcune significative modifiche al percorso che le donne intenzionate ad abortire in Piemonte oggi possono percorrere: stop alla somministrazione della pillola abortiva Ru486 nei consultori, non più day hospital dalla fine dell'emergenza Covid e ricovero obbligatorio per le donne che scelgono l'aborto farmacologico. 

"La proposta tecnica di Marrone è soltanto una sparata politica perché indietro non si può tornare", ribadisce Viale che poi snocciola i numeri degli aborti in Piemonte, "Dovessimo ricoverare le donne dovremmo occupare ogni giorno venti letti, un braccio delle Vallette spostato al Sant'Anna".

Gli aborti nel 2018 in Piemonte sono stati circa 6.900 di cui 3.000 circa effettuati al Sant'Anna. Nei primi 8 mesi del 2020 il 52% degli aborti al Sant'Anna sono stati effettuati con la RU486 e se a questi si aggiungono gli aborti terapeutici si sale al 58%. "In Piemonte ci sono ospedali dove son tutti obiettori. Mi aspetto che gli aborti continuino a scendere per due ragioni: per una questione anagrafica e perché c'è consapevolezza sulla contraccezione", continua Viale. 

E a chi la chiama "Dottor Morte" cosa dice? "Ha un aspetto positivo o negativo in base a come si vede. Io mi occupo di inizio e fine vita. Inizio vita come ostetrico e fine vita perché mi occupo di eutanasia. Non mi dà fastidio. Qualcuno lo considera un insulto, ma è quasi un punto di onore", conclude Viale. 

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