Continua la mobilitazione degli studenti contro l'aumento delle tariffe delle mense universitarie voluto da Regione Piemonte. Nella serata di ieri - mercoledì 9 novembre - è stata occupata anche la mensa di Via Principe Amedeo dove un'ottantina di ragazzi e ragazze hanno tenuto un'assemblea pubblica. Nella giornata di domani invece è prevista una manifestazione in piazza Castello. 

Gli studenti protestano per i rincari del 40% sui prezzi dei pasti. "Non possiamo continuare a subire delle scelte sulle nostre vite", spiega Mattia Plancher che è il rappresentante degli studenti universitari dentro il consiglio di amministrazione di EDiSU Piemonte, "Quest'anno sono state annunciati tagli ad acqua, gas e luce all'interno delle residenze. Sono aumentati i costi dei servizi come le lavatrici e le asciugatrici. Tutto è giustificato da un aumento delle borse di studio che non sappiamo se sarà coperto totalmente, ma sappiamo che cambierà in base all'ISEE". 

Vi contestano che l'aumento sarebbe di soli 70 centesimi. Cosa rispondete? "Chi usufruisce dei servizi ha un ISEE basso, quindi vengono aiutate perché altrimenti non potrebbero studiare. Il diritto allo studio in Italia è una barzelletta, le borse che ci danno non coprono neppure là metà dei costi di cui necessitiamo. Settanta centesimi in più per chi va n mensa ogni giorno pranzo e cenza, pesa centinaia di euro in un anno. Non è poco e inoltre dalla borsa ci vengono detratti 150 euro ed è l'unico caso in Italia, questo poi non si traduce in pasti gratuiti o sconti in abbonamenti". 

"Noi stiamo subendo come tutti, o anzia di più, il peso del caro bollette e del caro affitti. Chi è fuorisede e non trova un posto in residenza spende 500 o 600 euro al mese, quando riesce a trovare casa", continua Plancher, "La situazione è disastrosa ed è il motivo per cui in Italia la gente non può studiare, solo per una questione economica".