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Carceri, a Torino è emergenza giovani: a incidere il fenomeno delle baby gang

A dirlo Monica Gallo, la garante dei detenuti della Città

All'interno del carcere torinese Lorusso e Cutugno - ma anche in quello minorile - è emergenza giovani. Il 13% dei detenuti è nato tra il 1998 e il 2003; a incidere anche il fenomeno delle baby gang. Un fenomeno che si aggiunge a un'altra problematica, quella del sovraffollamento: a Torino sono circa 300 i detenuti in più rispetto alla capienza massima.  

"I nostri istituti non godono ancora di buona salute", spiega Monica Gallo, garante dei detenuti di Torino, "Il tasso di sovraffollamento è ancora abbastanza alto: su una capienza di 1.060 persone registriamo sempre 1.350 presenze". Si tratta di un 30% in più rispetto a quella che dovrebbe essere la capienza massima. Di questi il 13% sono giovani detenuti. 

"Abbiamo un aumento molto preoccupante di giovani detenuti che con un fascia di età 1998/2003 raggiungono il 13% della popolazione detenuta. Questo è un tasso di incremento sul quale stiamo ponendo attenzione e sul quale stiamo ponendo una progettualità specifica con l'Università di Torino anche in collaborazione con la polizia municipale per capire cosa non funziona sul territorio e come tutelare i loro diritti. Lo stesso problema riferito ai minori lo abbiamo all'istituto minorile Ferrante Aporti". 

Un fenomeno che, sostiene la garante, può essere dovuto alla questione baby gang: "Il fenomeno delle baby gang sta facendo aumentare i numeri dei minori all'interno e il carcere diventa un contenitore di questa rabbia sociale che varrebbe la pena curare sul territorio e non all'interno di istituti penitenziari con la privazione della libertà dei giovani". 

Quello delle baby gang è dunque un problema reale e non solo percepito: "Il problema non è solo percepito, esiste e in alcuni quartieri particolari della nostra città. Colpisce soprattutto giovani stranieri di seconda generazione, con anche famiglie alle spalle, ma che non sono riusciti ad avere una completa integrazione e quindi questa ribellione è forse frutto di una frustrazione e di una umiliazione". 

Quali sono i reati maggiormente contestati? "Sicuramente spaccio e furti. Il fenomeno è anche preoccupante dal punto di vista della dipendenza. Assistiamo a un cambio della dipendenza che non è più legata agli stupefacenti, ma agli psicofarmaci, anche con lo spaccio sul territorio. Legato sicuramente a una rabbia sociale. È cambiato lo spaccio e quindi è una dipendenza più difficile da gestire all'interno degli istituti penitenziari". 

Il daspo dal centro città per i giovani che fanno parte delle baby gang può essere una soluzione? "L'esclusione, qualunque essa sia non fa che incrementare rabbia e umiliazione". 
 

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