rotate-mobile
Devi disattivare ad-block per riprodurre il video.
Play
Replay
Play Replay Pausa
Disattiva audio Disattiva audio Disattiva audio Attiva audio
Indietro di 10 secondi
Avanti di 10 secondi
Spot
Attiva schermo intero Disattiva schermo intero
Skip
Il video non può essere riprodotto: riprova più tardi.
Attendi solo un istante...
Forse potrebbe interessarti...

"Donne tutte putt...": dai gruppi Telegram (da 100mila iscritti) a una legge contro il revenge porn

La ricerca della torinese Lucia Bainotti e di Silvia Semenzin che ha portato alla legge 612 Ter del Codice Penale: "Quello che fanno è solo parlare di quanto sono putt... le donne"

Il 26 agosto è il Women’s Equality Day, data in cui, negli Stati Uniti, si celebra l'uguaglianza delle donne: una giornata che ricorda l'adozione nel 1920 del 19esimo emendamento della Costituzione Americana, che vieta agli stati e al governo di negare il diritto di voto ai cittadini sulla base di sesso. In questa occasione, si vuole riflettere sulla condizione della donna oggi, parlando con due ricercatrici, una di queste è torinese, che, proprio grazie al loro operato, hanno contribuito all’approvazione di una legge, a suo modo, rivoluzionaria. Ecco quindi il punto di vista di Silvia Semezin, ricercatrice in sociologia digitale all’Università di Madrid e docente in Media e Comunicazione all’Università di Amsterdam e Lucia Bainotti, docente torinese e ricercatrice in Nuovi Media e Cultura Digitale all’Università di Amsterdam. Due donne in grado di cambiare le regole del gioco.

Leggi l'intervista su Today

Come è iniziato tutto

Silvia Semenzin e Lucia Bainotti si sono conosciute nel 2017 a Milano, confrontandosi riguardo gli argomenti che avevano, entrambe, a cuore: il genere, la sociologia e la violenza di genere online (tema che, nel 2017, era praticamente inesplorato). Hanno, quindi, organizzato una conferenza, sempre a Milano, nel 2018, dove hanno  parlato di condivisione non consensuale di materiale intimo e violenza online contro le donne.
Talmente ampio e sconosciuto era il tema, che Silvia Semenzin e Lucia Bainotti hanno deciso di approfondirlo, sondandone maggiormente gli aspetti culturali e sociologici.

Il loro lavoro le ha, quindi, portate su Telegram, dove si sono imbattute in un numero spropositato di uomini che si incontravano su vari gruppi: lo scopo era quello di scambiarsi foto intime di donne e ragazze, ottenute senza il relativo consenso. 

Gruppi Telegram, un "gioco" che non diverte

Nel corso dell’intervista, Silvia Semenzin e Lucia Bainotti sottolineano come su Telegram esistano centinaia di gruppi, che arrivano a contare oltre 100mila utenti, dove la principale attività consiste nello scambio di foto e video intimi che ritraggono donne non consenzienti. In tali gruppi il tema principale è “quanto le donne siano putt**e”. E, purtroppo, il tenore del linguaggio utilizzato è proprio questo, volgare e aggressivo, che fa riferimento alla donna come un oggetto, umiliandola continuamente attraverso l’invio di materiale rubato.

Le dinamiche di questi gruppi vengono giustificate, dai diretti interessati, come atti di cameratismo tra uomini, un gioco, una goliardata. Si autoassolvono, normalizzano il gesto, perché, in fondo, la colpa "è ancora delle donne, - queste le testuali frasi utilizzate in questi gruppi Telegram  - che si sono fatte quelle fotografie: sono, ancora, giudicate come putt**e" . Questo è il medesimo ragionamento che sta alla base della cultura dello stupro, dove la colpa non è di chi fa la violenza, ma di chi la subisce ("in fondo se l’è cercata, ha provocato"). E non si pensi che questo modo di “fare branco” sia prerogativa di pervertiti, pedofili o stupratori: la maggior parte degli utenti sono uomini “normali”.

Ecco come, in questo “gioco”, la persona che subisce è doppiamente vittima: la prima perché vede le sue foto private diffuse in internet, ricevendo commenti osceni e molestie, la seconda perché le viene anche attribuita la colpa di tale situazione. Silvia Semenzin e Lucia Bainotti hanno approfondito il tema nel loro libro “Donne tutte puttane - Revenge porn e maschilità egemone”, che prende il nome proprio da uno dei gruppi Telegram analizzati.

Campagna “Intimità Violata”

In seguito alle loro ricerche, Lucia Bainotti e Silvia Semenzin hanno dato vita alla campagna “Intimità Violata”, che ha contribuito ad arrivare ad un articolo per la regolamentazione del reato di revenge porn: il 612 Ter del Codice Penale. Prima di ciò si poteva ricorrere, unicamente, alle generiche leggi sulla privacy. Oggi, con questo articolo, si riconosce come queste azioni siano violenza, anche di genere, perpetrata principalmente dagli uomini sulle donne.

"Purtroppo, tale articolo rappresenta, sicuramente, un passo avanti, ma non sufficiente - affermano Silvia Semenzin e Lucia Bainotti - in quanto non riesce, infatti, a tutelare l’80% delle vittime. Ciò accade a causa dell’impostazione della legge, basata sul caso di Tiziana Cantone". Durante l’intervista, si chiarisce dove tale articolo difetti e perché il termine “revenge porn” sia, in realtà, impreciso, se non fuorviante.

Riflessioni sull’equità tra i sessi

Durante l’intervista, Silvia Semenzin e Lucia Bainotti hanno offerto il proprio punto di vista riguardo la situazione in Afghanistan, particolarmente drammatica proprio per le donne. Hanno, anche, fatto alcune riflessioni sulla condizione femminile, prendendo spunto dall’episodio delle “donne lampadario” presenti al compleanno di Diletta Leotta. Le due ricercatrici hanno, inoltre, parlato di parità di diritti ed equità di trattamento tra uomini e donne, valutando la condizione italiana in merito a istruzione, lavoro, crescita economica e salute su cui, in realtà, c’è ancora tanto da fare.

A conclusione, Silvia Semenzin e Lucia Bainotti si sono dimostrate concordi nell’affermare che il primo passo verso una reale equità passa attraverso l’educazione, sessuale, affettiva e digitale: "Si tratta di un cambiamento necessario per migliorare: dal cambiamento culturale deriva, poi, quello politico".
 

Video popolari

"Donne tutte putt...": dai gruppi Telegram (da 100mila iscritti) a una legge contro il revenge porn

TorinoToday è in caricamento