L'effetto Ucraina arriva a Porta Palazzo, più cari carne e alimenti: ma c'è chi tenta di resistere | VIDEO
Il racconto dei commercianti della Tettoia dell'Orologio
I primi effetti della guerra in Ucraina sono già arrivati sui banchi del mercato coperto di Porta Palazzo a Torino. A patirli tutti i commercianti di generi alimentari, ma in particolar modo i banchi della macelleria che hanno visto aumentare il prezzo della carne anche del 20%.
L'allarme qualche giorno fa è stato lanciato anche da Gabriele Carenini, presidente regionale di Cia Agricoltori italiani del Piemonte: "Con il mais a 40 euro al quintale e il gasolio agricolo a 1,40 euro più Iva al litro, molte aziende, soprattutto del comparto zootecnico, non possono più andare avanti. I costi del 'caro bollette' e delle materie prime continuano a crescere e le stalle da latte e da carne si trovano a subire i rincari senza avere nessuna possibilità di ammortizzarli, così come gli altri comparti produttivi agricoli piemontesi".
Uno dei principali problemi è dunque la carenza di grano. "Siamo pronti a coltivare da quest’anno 75 milioni di quintali in più di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione, per rispondere alle difficoltà di approvvigionamento dall'estero determinate dalla guerra", è la risposta di Coldiretti in occasione del tavolo sull'emergenza grano convocato al Ministero delle Politiche Agricole. Da qui la proposta di Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte, di lavorare da subito a contratti di filiera con impegni pluriennali per la coltivazione di grano e mais e il riconoscimento di un prezzo di acquisto 'equo'.
Intanto però i prodotti cominciano a costare di più e l'aumento è determinato da una serie di questioni: caro bollette, caro trasporti, carenza di materie prime. "Purtroppo ho dovuto fare dei rincari", spiega Angelo, uno dei macellai della Tettoia dell'Orologio di Porta Palazzo, "è aumentato il pollo, il coniglio, il maiale, l'agnello. Un aumento del 20% circa e se andiamo avanti di questo passo potrebbe aumentare ancora".
"La preoccupazione i clienti la trasmettono", spiega Massimiliano, macellaio che da poco ha aperto la sua attività alla Tettoia, "Senti che sono preoccupati nello spendere. Cercano di mantenere i soldi nel portafogli". Il signor Alfredo è invece uno dei macellai più longevi della Tettoia: "Siamo in mezzo al mare in tempesta", dice, "i prezzi sono cambiati, ma chi è vecchio ha già messo precauzionalmente in domanda la merce per avere un prezzo non da squilibrio. Il problema sarà verso l'estate".
In tutto questo c'è anche chi ha deciso di tentare di resistere e non ritoccare ancora i prezzi, è il caso di Teresa che ha un banco che vende generi alimentari: "Stiamo cercando ancora di tenere i vecchi prezzi, poi se non riusciremo a stare più dietro saremo costretti ad aumentare anche noi", spiega, "A volte anche solo i 50 centesimi di aumento li sentono". "È un equilibrio che si sta rompendo", commenta il signor Gino che ha un bar all'interno della Tettoia, "questo è il peggio della guerra. Anche economicamente riallacciare tutti gli ingranaggi sarà difficile".