Zona rossa, il virologo Giovanni Di Perri: "Ci vogliono misure rigorose, non diverse da quelle dello scorso marzo"
Bisogna mitigare la contagiosità del virus
"In questo momento ci vogliono misure rigorose, non molto diverse da quelle che vennero adottate nel marzo dell'anno scorso", a dirlo è Giovanni Di Perri, virologo torinese e responsabile del reparto di Malattie infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino. Lo dice quando quando il Piemonte si appresta a diventare zona rossa.
"Non è solo una questione di numeri, ovvero della famosa soglia di 250 casi su 100.000 abitanti su base settimanale. Il problema è di tendenza, ovvero dell'aumento chiaro del contagio. Non ci sono dunque dubbi che i numeri rimarranno su questa soglia per un po' di tempo. Le restizioni sono l'unica soluzione e la natura dell'intervento è ineludibile", spiega Giovanni Di Perri.
A distanza di un anno dal primo lockdown dunque le cose non sembrerebbero essere cambiate di molto e questo a causa del diffondersi delle varianti: "C'è anche un'economia di intervento legata ai vaccini e alla persistenza della loro efficacia che può essere minata dall'insorgenza di nuove varianti", spiega Di Perri.
"In questo momento ci vuole qualcosa di rigoroso non molto diverso da quello che si fece nel marzo dello scorso anno", conclude Di Perri che però spiega che se la vaccinazione proseguiranno e aumenterà il ritmo di queste si potrà pensare di mitigare la contagiosità del virus in tempi ragionevoli.