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Mercoledì, 27 Settembre 2023

"Al ristorante solo se il tampone rapido è negativo": la proposta dell'infettivologo torinese

Sarebbe un modo per ripartire in sicurezza dice Giovanni Di Perri

Andare al ristorante, ma solo dopo aver effettuato il tampone rapido. È questa l'idea lanciata da Giovanni Di Perri, infettivologo dell'ospedale Amedeo di Saoia, per consentire alle attività commerciali di riaprire, ma in sicurezza. 

"L'idea è di sostenere al massimo la più ampia apertura di tutti i servizi pubblici e privati, ma vincolandolo a un esercizio di test che possiamo farci", spiega Di Perri, "In modo da poter fare tutto quel che si desidera ma con la cautela di avere una negatività accertata. Tutto rimane aperto, ma con la piccola scocciatura che dobbiamo testarci prima". 

Un costo, quello del tampone, che secondo l'infettivologo potrebbe anche essere in parte sostenuto dallo Stato: "È un piccolo costo in più che può essere diviso tra chi mangia, il ristoratore e lo Stato che, al posto dei monopattini potrebbe sostenere questo". 

Una necessità che nasce soprattutto dal fatto che la maggior parte dei positivi oggi in giro sono asintomatici: "Per la maggior parte sono asintomatici però se uno non fa il test e non sa di esserlo rischia di essere trasmesso agli altri. Sarebbe un tentativo di tenere in equilibrio le due istanze, quella sanitaria e quella economica", spiega Di Perri. 

"Se noi adottiamo gli stessi comportamenti che abbiamo adottato da settembre si rischia veramente una terza ondata", continua Di Perri che poi conclude, "Se le aperture saranno accompagnate con provvedimenti simili a quelli suggeriti da me si potranno fare molte cose in più. Il pericolo però è andare incontro a una terza ondata che potrebbe coincidere con l'influenza". 

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