"Se ne va uno degli ultimi testimoni della storia", a dirlo è stato Spartaco Segre poco prima dell'ultimo saluto a suo padre Bruno Segre, "C'è stata una grande vicinanza delle istituzioni, degli amici, dei compagni. Gli amici più stretti di mio padre erano tutti più giovani e fa piacere vedere tanti giovani e persone non legate solo all'antifascismo, ma anche ai temi della cittadinanza, e questo rappresenta un fatto importante". 

Tra le tante persone accorse anche il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, e il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che insieme a Spartaco Segre ha omaggiato la memoria dell'avvocato e giornalista con un 'Viva l'Italia antifascista'. "Lui era un libero pensatore e ha fatto una battaglia per tutta la vita in nome del libero pensiero, di Giordano Bruno e dei valori della Costituzione", ha spiegato Spartaco Segre che poi ha raccontato un aneddoto di suo padre. 

"Dopo i 100 anni ha cominciato a ricordare aneddoti lontanissimi nel tempo che prima non ricordava più", ha raccontato, "Tra questi i ricordi dei suoi amatissimi cugini primi che insieme ad altri familiari finirono ad Auschwitz. Lui disse a suo cugino Italo di non frequentare mai gli stessi posti, di non portare agendine con nomi e indirizzi, lui non lo ascoltò e le brigate nere lo braccarono trovando l'agendina tra i quali indirizzi c'era pure quello di mio padre. Andarono nel suo ufficio e trovarono la sua carta intestata. Lui era ricercato come antifascista e non come ebreo perché era un sangue misto. Tentò di scappare e ci fu una sparatoria in seguito alla quale venne arrestato".  

Al termine del funerale è stata diffusa 'Bella Ciao'. 

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