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Prodotti informatici acquistati facendo sparire l'Iva: frode da 42 milioni, arrestati due imprenditori torinesi

Misure cautelari per altre 16 persone

Smantellata oggi, giovedì 15 ottobre 2020, dalla guardia di finanza di Torino un’associazione per delinquere ramificata in tutta Europa. Una frode transnazionale da oltre 42 milioni di euro nel settore dei prodotti informatici.

Tra gli indagati c’è anche chi aveva richiesto il reddito di cittadinanza e i contributi di sostegno alle imprese per l’emergenza coronavirus.

Diciotto le misure cautelari personali eseguite in tutta Italia, sequestri di beni per oltre 40 milioni di euro. A capo dell’organizzazione due imprenditori torinesi, ora in carcere (uno è stato arrestato in Germania). Per gli altri è stato disposto l'obbligo di dimora.

Secondo gli investigatori, risparmiando sull'Iva i due imprenditori sono riusciti a imporsi sul mercato con prodotti sottocosto. I due sono sono accusati di avere fatto fallire la loro impresa, la Hti, per poi riaprirla con un altro nome, Cds Italia. La sede era sempre in via Olivetti a Zucche di Volvera.

La frode funzionava in questa maniera: una società tedesca cedeva a materiale informatico a quella italiana, le fatture passavano però da società intermedie situate all'estero e in Italia in modo da fare scomparire l'Iva. L'azienda torinese risultava così avere soltanto debiti e mai crediti.

Nel corso delle perquisizioni a casa degli indagati sono stati trovati altri 700mila euro in contanti già confezionati.

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