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Automotive, da Torino il grido d'allarme: "Intervenga il Governo o 70.000 lavoratori sono a rischio"

I risultati positivi di Stellantis per la Fiom non sono una garanzia

A Torino vi sono 90 aziende dentro le quali lavorano 21.000 persone, di queste 7.000 lavorano nell'indotto del settore dell'automotive: "Se per loro non c'è un'idea di riconversione verso l'elettrico quelle aziende tra qualche anno chiuderanno i battenti", a dirlo è Edi Lazzi, il segretario torinese della Fiom, e lo fa a margine dell'assemblea nazionale del sindacato.  

Un'assemblea che arriva dopo un lungo confronto in tutta Italia perché la situazione che sta vivendo il settore è emergenziale: "L'auto è l'industria delle industrie e in questo Paese non c'è nessuna attenzione sull'automotive. Ci sono a rischio oltre 70.000 posti di lavoro se il Governo non mette la testa per discutere di cosa serve per il futuro", spiega Francesca Re David la segretaria nazionale della Fiom. 

Un problema che in primis tocca Torino: "Siamo a Torino e si sa cosa negli anni è successo qui. I risultati positivi di un'azienda globalizzata non significano delle scelte di prospettiva sul territorio nazionale", continua Re David, "Quel che chiediamo è un incontro specifico che dica il futuro specifico di ogni stabilimento del Paese e vogliamo che il Governo entri in campo. Vogliamo un tavolo con Governo e aziende". 

Dello stesso tenore il segretario della Cgil Maurizio Landini: "Paghiamo dei ritardi. Se pensiamo a quel che riguarda la propulsione elettrica voglio ricordare che qualche anno fa qualcuno ci spiegò che era una scelta sbagliata", poi continua , "Il messaggio che deve essere mandato è che una singola impresa da sola non va da nessuna parte. C'è bisogno di una politica che sia in grado di affrontare questi temi". 

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