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Straniero morto nel centro per il rimpatrio, Grimaldi (LUV): "Vado in Procura, ci sono cose che devono sapere"

"Ho già rilasciato delle dichiarazioni alla Procura della Repubblica e sarà mia cura recarmi nuovamente in Procura per essere ascoltato ancora, perché ci sono degli elementi che io credo sia giusto che loro conoscano" - a dirlo è Marco Grimaldi, leader piemontese di Liberi Uguali Verdi e consigliere regionale, all'uscita dal CPR di Torino. Questa mattina - giovedì 11 luglio - il consigliere regionale, insieme ai deputati del Partito Democratico Chiara Gribaudo e Luca Rizzo Nervo, sono entrati all'interno del Centro di Permanenza e Rimpatrio che negli ultimi giorni è finito al centro delle cronache per la morte di un ragazzo bengalese di 32 anni

I tre all'uscita dal centro hanno messo in evidenza che sarebbero due le criticità principali che hanno riscontrato: la riduzione del 30% del numero di personale impiegato all'interno della struttura; il malfunzionamento dei dispositivi che i migranti dovrebbero utilizzare in caso di pericolo. Dispositivi che sarebbero stati rotti e che non sarebbero mai stati sostituiti. 

Fattori che combinati potrebbero influire sulla sicurezza di chi è detenuto all'interno del CPR: "Stiamo parlando di una struttura pubblica che dovrebbe essere idonea perché se una persona al suo interno si sente male qualcuno lo deve sapere immediatamente. Non può essere il caso a risolvere queste vicende" - ha detto Grimaldi. Un principio che va oltre il caso specifico del decesso del ragazzo bengalese che sarebbe morto per un arresto cardiaco

Intanto Chiara Gribaudo, deputata del PD, ha annunciato che chiederà l'istituzione di una commissione parlamentare che possa monitorare lo stato dei CPR in tutta Italia. 

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