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Torino Pride 2022, cosa chiede il movimento omosessuale alla politica: i tre punti del programma

E la Regione Piemonte per il secondo anno di fila non ha concesso il patrocinio

Quello che sfilerà per le vie di Torino il prossimo 18 giugno, sarà un Pride ancora più politico. Alla base del corteo tradizionale ci sarà la richiesta della comunità LGBT di vedere garantiti i diritti di tutti e tutte, guardando oltre i confini della questione omosessuale. 

"Abbiamo scelto di uscire dall'alveo delle questioni LGBT e di cominciare a ragionare su razzismo, disabilità e neurodivergenza", ha spiegato il coordinatore del Torino Pride, Marco Giusta, "Abbiamo provato a fare in modo che le persone LGBT offrano il proprio punto di vista sulla città e sulla società all'interno della quale vivono". 

Città che negli ultimi mesi ha dovuto affrontare il tema della registrazione all'anagrafe dei figli delle coppie omosessuali: "Il tema del riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali è il primo punto del nostro documento politico. Noi chiediamo a gran voce una legge nazionale. È incomprensibile che per centinaia di migliaia di bambini in Italia non vi sia una risposta, ma vi siano paura e difficoltà quotidiane".

Gli altri due temi del vostro programma politico? "Il secondo punto è una legge contro l’omo-lesbo-bi-trans-a-fobia che abbia un approccio maggiormente educativo e non punitivo. Per noi è importante che vi sia un'educazione all'interno delle scuole. Il terzo punto è la revisione della legge 164 per i percorsi di autoaffermazione di genere per le persone transessuali e transgender". 

Sul mancato patrocinio della Regione Piemonte, Giusta ha risposto con un laconico "ce ne faremo una ragione". Più diretto Jacopo Rosatelli, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Torino: "La Regione ha un'altra linea, lo si può vedere per esempio sull'aborto dove cercano di ostacolare il diritto delle donne a ricorrere all'interruzione volontaria di gravidanza mentre il Comune è impegnato per la salute delle donne". 

Cosa fare dunque? "Noi stiamo chiedendo al Parlamento di legiferare per consentire ai figli delle coppie omogenitoriali di essere riconosciuti come figli di due persone; in generale la linea del Comune è a favore dei diritti civili. Come grande Città siamo impegnati a chiedere al Parlamento di ascoltare le richieste che vengono dal movimento LGBT".

Quali sono le forze politiche in campo? "C'è un campo progressista che in Parlamento non ha i numeri. Servono segnali, la legislatura è alla fine, ma bisogna far vedere che c'è un'Italia che vuole andare avanti. Altrimenti questa legislatura passerà alla storia come una legislatura durante la quale non si è fatto nulla per i diritti civili". 

Il corteo partirà da corso Principe Eugenio angolo corso San Martino e arriverà in piazza Vittorio Veneto dove si terrano gli interventi. 

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