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Coronavirus, "verso fine settimana dovremmo vedere gli effetti delle misure rigorose"

Si sta arrivando ai 16 giorni previsti

Questo fine settimana si potrà tracciare un primo bilancio sull'efficacia delle misure adottate dal governo per limitare la diffusione del coronavirus. Sì, perché saranno passati sedici giorni dal momento in cui sono entrate in vigore, il tempo necessario al virus per manifestare il proprio contagio sull'uomo. 

Il Piemonte però ha scelto la linea del rigore e lo ha fatto sin dal primo momento, a ribadirlo con orgoglio è Alberto Cirio, il presidente della Regione Piemonte: "Quindici giorni fa doveva esserci Juventus-Milan e l'abbiamo sospesa per nostro conto con il prefetto di Torino perché secondo le disposizioni si sarebbe potuta disputare, per cui noi la linea del rigore l'abbiamo sposata dal primo giorno e continuiamo a sposarla e ci auguriamo che porti i suoi frutti a breve".

Ma perché si devono aspettare sedici giorni? A spiegarlo è Luigi Icardi, assessore alla Sanità della Regione Piemonte: "Ci sono 5,1 giorni testati per lo sviluppo della carica batterica del virus all'interno dell'organismo umano e 11,5 giorni per la manifestazione dei sintomi. Per cui sono 16 giorni in totale. Noi oggi stiamo ancora vedendo l'effetto di 15 giorni fa, ovvero di quel periodo in cui le misure di contenimento non c'erano: c'era la scuola chiusa, ma tutti andavano in giro e tutto era aperto. Da lunedì scorso, cioè dieci giorni fa, si sono applicate le misure contenitive, verso fine settimana dovremo poter vedere l'effetto di queste misure".

"Dopo due settimane di blocco del Paese gli effetti li vedremo e misureremo quanto avranno inciso sulla curva epidemica e sulla mortalità", ha concluso Icardi. 

Intanto ha preso il suo posto all'unità di crisi Vincenzo Coccolo, il commissario straordinario voluto dalla Regione Piemonte: "Il mio compito è mettere a disposizione la mia esperienza e capacità in un contesto di grandissima criticità. Però stiamo vedendo un po' di luce al fondo del tunnel", ha detto. 

"Il commissario è un'antenna che può dare indicazioni precise", ha poi continuato facendo riferimento all'altra crisi che presto dovrà essere affrontata, quella economica, "Indubbiamente la parte sociale che si affaccia via via con più virulenza dell'aspetto sanitario e l'oggetto delle nostre attenzioni perché passato il momento brutto della parte sanitaria sarà la vera emergenza che dovremo gestire nei prossimi mesi". 

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