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Giovedì, 25 Aprile 2024

Scuola, in Piemonte aprono le palestre per i bimbi 'svogliati': "Sono invisibili, non li lasciamo indietro"

Cinque centri in tutto il Piemonte per potenziare le funzioni intellettive di quei bambini che fanno più fatica perché sono i cosiddetti FIL, con Funzioni Intellettive Limitate

"Suo figlio è svogliato, non vuole studiare e si distrae facilmente". Quanti genitori si sono sentiti dire da un insegnate frasi di questo tipo. Beh, adesso la Regione Piemonte insieme alla Consulta per le Persone in Difficoltà ha messo a disposizione delle famiglie piemontesi cinque palestre di potenziamento cognitivo che permetteranno a questi bimbi di potenziare il proprio apprendimento. 

"Abbiamo scoperto che c'è una fascia di bambini che vengono definiti FIL, ovvero con Funzioni Intellettive Limite, che non sono così gravi da essere disabili, che hanno un quoziente intellettivo leggermente sotto la media e che sono quelli che fanno più fatica a scuola", spiega Giovanni Ferrero, direttore della Consulta per le Persone in Difficoltà, "Quelli che solitamente si dice che sono svogliati, che non vogliono studiare e che si distraggono. Bambini che magari abbandonano gli studi e vanno ad alimentare la micro criminalità o che fanno i bulli". 

Per questi bimbi la Regione Piemonte ha stanziato un fondo di un milione di euro per la costituzione di cinque centri sul territorio regionale che li aiutino a migliorare il loro apprendimento scolastico. Il centro di Torino si trova in corso Trento, ma ne saranno aperti altri quattro a Biella, Alessandra, Novara e Savigliano. 

"Prenderemo bimbi che sono in età elementare perché è importante intervenire subito, quando sono ancora piccoli, perché se vengono seguiti dal punto di vista pedagocico e scientifico possono portare risultati come tutti gli altri bimbi", continua Ferrero, "Sono i bambini che quando inizia la scuola a settembre purtroppo non vengono riconosciuti come FIL e quindi l'insegnante magari non sa come intervenire. Noi entriamo, grazie al bimbo, dentro la scuola e cerchiamo di formare gli insegnanti a una didattica più inclusiva. Gli spieghiamo come prendere questo bimbo e portarlo a fare un percorso insieme a tutti gli altri compagni". 

Un'esperienza che permetterà alla Regione anche di studiare il fenomeno: "Grazie a questa attività avremo anche dei dati di ritorno perché è importante agire e dare servizi, ma lo è altrettanto acquisire e dare dati per comprendere quanto la misura abbia avuto importanza nelle vita quotidiana dei bambini e delle famiglie", spiega l'assessora regionale Caucino, "non lasciamo indietro nessuno, neanche questi bambini che oggi sono invisibili. Non sono ricordati. Non hanno diritto a un piano educativo didattico personalizzato, non hanno diritto a un insegnante di sostegno. Noi vogliamo dare questo, strumenti per migliorare le loro fragilità e per evitare che queste possano condurli a un isolamento sociale e portare a tragedie che in alcuni casi possono avvenire". 

"FIL non è un bimbo con una patologia; è semplicemente diverso a livello neurologico, ha un funzionamento atipico", conclude Caucino, "Un modo diverso di pensare, ragionare, apprendere ed elaborare informazioni. Quindi semmai può essere una grande risorsa per la comunità, ma se la comunità non è in grado di percepire queste potenzialità e li lascia ai margini questi bambini si possono perdere e diventare adulti disfunzionali. Noi oggi investiamo dando un servizio gratuito". 

Il progetto, spiega Barbara Urdanch che è la responsabile pedagocica dei centri HPL, lavora sul potenziamento cognitivo attraverso una palestra cognitiva; si lavora su attività rivolte alle funzioni esecutive come memoria e attenzione, e sugli apprendimenti espliciti. "È un'azione preventiva molto importante". 

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